No al raddoppio delle rette a carico degli utenti delle “case per la vita” pugliesi: è questa la richiesta contenuta nella mozione presentata in Consiglio regionale dal consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Pagliaro, insieme ai colleghi Renato Perrini, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Dino Basile, Tommaso Scatigna e Tonia Spina.
Secondo quanto denunciato dai firmatari della mozione, la Regione Puglia starebbe per approvare un nuovo regolamento per i servizi di salute mentale che prevede il raddoppio della quota di compartecipazione a carico degli utenti delle case per la vita, portandola dal 30% al 60%. Una misura giudicata insostenibile per centinaia di persone con disabilità psichica, adulti con problematiche psicosociali e pazienti psichiatrici stabilizzati, che rischierebbero di dover rinunciare a un supporto assistenziale fondamentale.
“Le case per la vita – spiegano i consiglieri – sono strutture essenziali, progettate per garantire un ambiente familiare e comunitario che favorisca l’inclusione sociale e la continuità delle cure. Da oltre quindici anni erogano prestazioni importanti in convenzione con Asl e Comuni, sebbene non ancora riconvertite in strutture sanitarie come previsto dal Dpcm sui Lea del 2017. Il mancato adeguamento normativo, però, non può essere pagato dagli utenti né scaricato sulle loro famiglie”.
Pagliaro e i colleghi chiedono che la Regione riveda le proprie scelte per “garantire l’equità e il rispetto dei livelli essenziali di assistenza”, sottolineando anche la disparità con le comunità alloggio psichiatriche, per le quali – nonostante un livello assistenziale inferiore – la Regione copre il 100% della retta. “Una contraddizione che va sanata – affermano – senza alimentare guerre fra poveri, ma restituendo giustizia ai più fragili”.
La mozione presentata in Consiglio regionale mira anche a salvaguardare i livelli occupazionali delle case per la vita, molte delle quali rischierebbero la chiusura con gravi ricadute per lavoratori e famiglie.
“L’assessore Piemontese – ricordano i consiglieri – aveva promesso un intervento per alleggerire il peso economico sulle famiglie. Invece, ora si va verso un raddoppio che nega quei principi di inclusione e solidarietà che dovrebbero essere alla base dell’azione pubblica. La nostra mozione va discussa subito: è una battaglia di civiltà per tutelare la salute mentale, i diritti dei pazienti e il lavoro degli operatori”.
Sul caso è intervenuta anche Elisa Ferocino dell’associazione a tutela dei fragili La Piramide. “Siamo molto amareggiati dal comportamento degli uffici regionali e in particolare dell’Assessore alla Sanità Piemontese. Ci chiediamo quali interessi stanno venendo tutelati. Vogliamo urgenti delle risposte e soluzioni immediate per scongiurare questa bomba sociale che presto si riverserà sulle tante case per la vita a media intensità di tutta la Puglia”.