Non raggiunge il quorum la tornata referendaria in Puglia, dove l’affluenza si ferma al 28,61%, leggermente al di sotto della media nazionale del 30,58%. Un dato che certifica la scarsa partecipazione, con alcune eccezioni significative sul territorio.
A trainare l’affluenza sono stati, ancora una volta, i comuni chiamati anche al voto per le elezioni amministrative. È il caso di Taranto e Massafra, dove il dato per i referendum ha superato ampiamente il 40%: 44,85% nella capoluogo ionico, quasi 50% nella cittadina limitrofa. Ma è nei piccoli centri che si registrano i numeri più rilevanti: a Triggiano, nel barese, e a Orta Nova, in provincia di Foggia, si è superata la soglia minima per la validità del voto, rispettivamente con un’affluenza del 53,66% e del 50,01%.
Un risultato non scontato, soprattutto a Triggiano, dove il voto è arrivato dopo mesi di tensioni legate a vicende giudiziarie che hanno portato all’arresto del sindaco e al commissariamento del Comune. In questo caso, l’interesse per i referendum ha persino superato quello per le comunali.
All’opposto, è il Gargano a segnare il minimo storico: a Peschici, ha votato appena il 9,54% degli aventi diritto.
In Puglia, i cinque quesiti referendari hanno comunque registrato un’ampia maggioranza di voti favorevoli.
Per il reintegro in caso di licenziamento illegittimo, il SÌ ha ottenuto il 91,88%;
Sul limite alle indennità nei licenziamenti, hanno votato SÌ il 90,41%;
Per la tutela dei contratti a termine, i favorevoli sono stati il 91,57%;
Sul tema della responsabilità in caso di infortuni sul lavoro, il SÌ ha sfiorato il 90%;
Più divisivo l’ultimo quesito, riguardante l’estensione della cittadinanza italiana, approvato con il 66,23% dei consensi.
