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Inchiesta GdF, mazzette e bottiglie di vino a funzionari pubblici da imprenditori

Due nomi noti e influenti della burocrazia urbanistica del capoluogo salentino. Ci sono anche Angelo Mazzotta e Nicola Capone al centro della maxi inchiesta che ha travolto anche l’assessore regionale Alessandro Delli Noci, un’inchiesta che descrive i due funzionari come ingranaggi di un meccanismo collaudato di compiacenze, omissioni e condotte illecite nella gestione delle pratiche edilizie.

Angelo Mazzotta, 65 anni, in servizio presso il settore Pianificazione e Sviluppo del Territorio, è accusato di aver facilitato pratiche edilizie irregolari e di essersi reso protagonista di omissioni gravi e reiterate nel controllo e nella gestione dei titoli abilitativi. Nicola Capone, 68 anni, in pensione dal 2023 ma per decenni responsabile dell’Ufficio Permessi di Costruire, è accusato di aver rilasciato titoli edilizi in assenza dei presupposti di legge.

Un presunto sistema corruttivo legato al rilascio di permessi edilizi e varianti urbanistiche, come quello dell’area dell’ex cinema Santa Lucia, con progetto di demolizione e ricostruzione con cambio di destinazione d’uso, trasfor mato in un edificio con locali commerciali e residenze di lusso (“Luxury Class”). Secondo gli investigatori, imprenditori, tecnici, funzionari comunali e professionisti avrebbero agito in modo coordinato per pilotare pratiche edilizie e urbanistiche in cambio di denaro o altri vantaggi. Dietro le vicende che vedono coinvolti i due funzionali, compaiono i nomi degli imprenditori Alfredo Barone e Marino Congedo. I due si sarebbero serviti dell’intermediazione di Mazzotta e Capone per sbloccare le pratiche legate al progetto “Santa Lucia”, ostacolato da problemi legati all’occupazione di suolo pubblico e alla riduzione del marciapiede. Per superare questi ostacoli, si faceva spesso riferimento all’applicazione del cosiddetto “Piano Casa”, anche in forme ritenute borderline. Barone avrebbe consegnato a Capone mille euro in contanti per “sbloccare” la pratica. A ciò si aggiungono precedenti pagamenti per altri favori: quattro mila euro in un’altra occasione e altri 2.500 euro per pratiche precedenti.

Il 27 novembre 2020, Capone avrebbe anticipato a Barone via WhatsApp il contenuto del provvedimento di variante favorevole prima ancora della sua protocollazione ufficiale, avvenuta il 30 novembre. Il tutto accompagnato da foto del documento scattate direttamente in ufficio, a dimostrazione del rapporto preferenziale con l’imprenditore. Una volta ottenuto il via libera, Barone si sarebbe vantato con Congedo: “Capone ci manda tutto… agli altri li manda affanculo”. Un’espressione che ben sintetizza il clima di impunità percepito da chi si sentiva al riparo grazie a conoscenze e complicità radicate nel tessuto amministrativo.

Anche in seguito a segnalazioni di problematiche da parte di condomini confinanti con il cantiere, Barone non sembrava preoccupato: “Digli di mettere per iscritto le lamentele… poi noi portiamo due giustificazioni e Capone ci dà ragione”.

Il 4 gennaio 2021, nel pieno dell’attività di gestione delle pratiche urbanistiche al Comune di Lecce, Angelo Mazzotta avrebbe ricevuto a casa una cassetta di bottiglie di vino francese di pregio del valore di circa 150 euro. A recapitarla non è un amico qualunque, ma Alfredo Barone. Per gli investigatori non si sarebbe trattato di un semplice omaggio natalizio, ma di un gesto dal significato preciso e mirato, che si inserirebbe in un quadro sistematico di relazioni illecite tra l’imprenditore e alcuni funzionari pubblici compiacenti. Tant’è che in una conversazione, Barone ci tiene a sottolineare: “vedi che nel bigliettino ho scritto Ingegnere Marino e avvocato Alfredo Barone”.

Mazzotta, su richiesta di Congedo, si sarebbe adoperato per velocizzare il rilascio di un certificato di destinazione urbanistica di un terreno a Lecce preteso con urgenza. Tant’è che Marino dice ad Alfredo: senti.. li Angelo Mazzotta… gli ho chiesto una cortesia.. mi ha fatto un certificato urgente in 24 ore..”.

Per la procura Mazzotta e Capone avrebbero avuto un ruolo consapevole e attivo e anche per loro, così come per l’assessore regionale Alessandro Delli Noci, l’ingegnere Maurizio Laforgia, l’imprenditore Marino Congedo e la segretaria Italia Santoro, è stata avanzata richiesta di arresti domiciliari.

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