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Lo Statuto “supera” lo scoglio commissione, la palla ora passa al Consiglio regionale

BARI – La modifica dello Statuto regionale sarà discussa in Consiglio. L’obiettivo minimo è stato raggiunto in commissione Riforme Istituzionali dopo un’altra, ennesima, giornata sfibrante. Il disegno di legge approda con voto non favorevole. Di più non si poteva ambire a fare. Tant’è che lo stesso capogruppo del Pd, Paolo Campo, certifica la condizione della maggioranza: “Si viene eletti per avere i numeri, ma i numeri non ci sono. Se fossimo maggioranza li avremmo, evidentemente non lo siamo”. Parole pesanti ma che non hanno colto di sorpresa nessuno, del resto. Accompagnate, poi, da quelle del collega dem Michele Mazzarano secondo il quale il ddl della giunta è “un eccesso di zelo ingiustificato, sostitutivo di una prerogativa del Consiglio e per di più – ha aggiunto – la maggioranza ha la pesante responsabilità di aver esasperato il dibattito non rispettando le opposizioni”. A chiudere il cerchio il capogruppo di Per la Puglia, Saverio Tammacco che ha annunciato voto favorevole ma “non garantendo quello del suo gruppo”. Insomma, si procede per ordine sparso. Tant’è che l’assessore al Bilancio Amati dopo aver tentato di spiegare la ratio della legge parlando di “una soluzione saggia” ha chiuso con una esplicativa “tanto non mettiamo la fiducia”. Tradotto: fate quel che vi pare. E così nei fatti sarà. Tanto più che l’audizione del professore di Diritto Amministrativo dell’Università di Foggia Enrico Follieri ha aggiunto dubbi sulla interpretazione del decreto legge del 2011 che impone la riduzione a 40 consiglieri. Per Follieri il decreto ha esaurito i suoi effetti perché si riferiva a sei mesi dalla data della sua pubblicazione, si riferiva a obiettivi di finanza pubblica che hanno per loro natura un tempo limitato e la Puglia assolse a tutti gli imperativi tagliandosi i seggi da 70 a 50. Di più, procedere con una modifica elastica significa “abbandonare la potestà statutaria” per fare ciò che la legge nazionale di volta in volta stabilirà. Fratelli d’Italia non ha partecipato al voto, Forza Italia non ha presenziato affatto alla riunione e la Lega ha contestato l’atteggiamento sia del centrosinistra che del centrodestra. Prima della riunione, però, Fratelli d’Italia riunirà i gruppi di centrodestra per discutere una linea comune.

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