Dopo Napoli e Bari, come importanza, nell’Italia peninsulare c’è Taranto. Con 161.067 elettori chiamati alle urne, aperte ripetiamo, da questa mattina alle 7:00 fino alle 23:00 e domani dalle 7:00 alle 15:00, questa città sarà il test principale in vista delle prossime elezioni regionali pugliesi. Innanzitutto sarà importante vedere se il dato bassissimo di affluenza alle urne sarà in risalita. Nel 2022 la percentuale dei votanti fu del 52,02 per cento.
In questa breve campagna elettorale, dovuta allo scioglimento del consiglio comunale, si sono ascoltati termini come competenza, cambiamento, governabilità, efficienza e decoro urbano. Sarà interessante capire come gli elettori sceglieranno tra i 6 candidati a Sindaco, le 28 liste e i circa 900 candidati chi dovrà portare avanti questi impegni in una città che poi dovrà fare i conti con la trasformazione inevitabile dei modelli industriali che ne hanno condizionato lo sviluppo, non soltanto economico, in questi decenni.
E se quella dell’ex Ilva oggi Acciaierie d’Italia resta la madre di tutte le vertenze ci sono altri argomenti sui quali la prossima amministrazione comunale non potrà andare avanti con il “tirare a campare”.
Il porto per esempio: che ne vogliamo fare di questa grande infrastruttura che è a disposizione di investimenti intelligenti e mirati nell’ottica di un atteggiamento multitasking ma rispettoso dei posizionamenti geostrategici della nostra nazione?
Il centro storico e con esso l’enorme potenziale culturale e paesaggistico di una città che, addirittura, al centro del proprio sviluppo urbanistico possiede i due seni del mar piccolo, una città che racconta, con le vestigia del passato magnogreco, una storia che inizia più o meno sette secoli prima di Cristo.
E poi il mare che circonda e avvolge Taranto ne delimita i confini ma ne esalta le potenzialità che vanno al di la delle Cheradi che lasciato Capo San Vito diventa litoranea ionica verso nordovest e verso sud litoranea salentina.
E torniamo alle elezioni in corso: se al termine delle operazioni di scrutinio
che avranno inizio domani dalle 1500 in poi, nessun candidato raggiungerà il 50% dei voti si andrà al ballottaggio l’8 e il 9 giugno prossimi in concomitanza con le votazioni per i referendum.
Walter Baldacconi