Una girandola di emozioni, che hanno appassionato e che hanno tolto il fiato, dall’ingresso a Lecce, lungo i 25 chilometri di circuito cittadino e sino alla finish line di viale Francesco Calasso, a chiudere la quarta tappa del giro d’Italia, la Alberobello-Lecce, 189 chilometri pianeggianti, con l’olandese volante Casper Van Uden che scarica watt sui pedali ed alza le braccia al cielo, fra gli appalusi e le urla di gioia delle migliaia di tifosi assiepati lungo le transenne. Una festa, la tappa leccese del giro d’Italia, una festa attesa da ben 22 anni, da quel lontano 2003 quando sempre su viale Calasso, sempre su un circuito cittadino, ci fu lo sprint mozzafiato, il ruota a ruota, tra il campione del mondo Mario Cipollini ed un giovanissimo Alessandro Petacchi, uscito vincitore dall’epico duello. Una tappa che ha appassionato, accolta in città sin dall’ingresso della provinciale per Campi, con i corridori che si sono subito tuffati, tra ali di folla, lungo il circuito cittadino. Gruppo compatto, strategie di squadra. Che si sono susseguiti durante il primo giro di dodici chilometri. Un circuito cittadino che in alcuni tratti, come viale Giovanni Poalo secondo, ha permesso ai corridori di spingere sui pedali e provare l’allungo. Passaggio volante lungo viale Calasso e via per il secondo giro con il ritmo sempre più crescente. E poi, viale De Pietro, ultimo chilometro, verso viale Calasso. Ed è quei che Casper Van Uden che ha scaricato sui pedali tutta la potenza, andando a tagliare il traguardo davanti a Coiij, un altro uomo lampo accreditato per la vittoria finale. A fine tappa, la maglia rosa resta sulle spalle di Pedersen, che ottiene un prezioso piazzamento. Maglia azzurra, come miglior scalatore, per l’italiano Lorenzo Fortunato e maglia bianca, come miglior giovane per Mathias Vacek. Tra poche ore si riparte da Ceglie Messapica, direzione Matera, per la quinta tappa. Sul Giro d’Italia a Lecce cala il sipario. Nel cuore e negli occhi, restano le emozioni
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