BRINDISI – La Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Sanità (FIALS) ha sollevato forti preoccupazioni riguardo a un’iniziativa della ASL Brindisi che potrebbe compromettere il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle norme sulla privacy. Al centro della denuncia del sindacato vi è una comunicazione interna inviata dall’azienda sanitaria, con cui si chiede ai dipendenti di dichiarare il proprio eventuale stato di invalidità pari o superiore al 60%.
Secondo la FIALS, tale richiesta è fuorviante, non necessaria e potenzialmente lesiva della dignità dei lavoratori. La comunicazione dello stato di invalidità, infatti, rientra tra i dati sensibili tutelati dal Regolamento Europeo (GDPR) e dalla normativa nazionale sulla privacy, e non può essere obbligatoria. Qualsiasi trattamento di tali informazioni deve avvenire esclusivamente su base volontaria e con adeguate garanzie per i lavoratori.
Il sindacato sottolinea inoltre che il tono della comunicazione potrebbe indurre i dipendenti a ritenere che la dichiarazione del proprio stato di invalidità sia indispensabile per accedere a determinate agevolazioni. Tuttavia, i diritti delle persone con disabilità – evidenziano – sono già sanciti per legge e non dipendono da comunicazioni preventive al datore di lavoro.
“La comunicazione inviata ai dipendenti – dichiara la segreteria provinciale FIALS – non tutela i lavoratori, non ne modifica in alcun modo la posizione giuridica o economica, e serve unicamente all’azienda per finalità proprie, potenzialmente in contrasto con le norme sul collocamento obbligatorio e sul trattamento dei dati sensibili. Inoltre, l’eventuale conoscenza da parte del datore di lavoro dello stato di invalidità di un dipendente potrebbe esporlo, in futuro, a potenziali cambi di mansioni o assegnazioni lavorative”.
