TARANTO – È terminata la stagione regolare in Serie C. E mentre chi è rientrato nei vari impegni extra-campionato si prepara alle sfide cruciali valevoli la promozione o la salvezza, il Taranto guarda dal divano e aspetta inesorabile il suo destino.
Tutta questa incertezza non giova al club ionico, che si vede minata l’eventualità di poter ripartire sin da subito con idee e progetti. Il più classico dei “fare i conti senza l’oste”. In città si lavora per ridare linfa vitale al calcio, ed allo sport in generale alla città dei due mari, con la ristrutturazione delle principali infrastrutture sportive, come lo stadio “Erasmo Iacovone”, o la costruzione di ulteriori impianti, che saranno destinate all’accoglimento dei “Giochi del Mediterraneo 2026”.
La realtà è che dopo l’esclusione ufficiale dalla Serie C, il Taranto FC si trova di fronte a un bivio: ricostruire dalle macerie o cedere definitivamente il passo alla storia. Una scelta delicata, che va presa con raziocinio. Nonostante l’estromissione dai professionisti, la matricola del club resta regolarmente affiliata alla FIGC. Questo dettaglio tecnico tiene aperta una porta: quella di una ripartenza dai campionati dilettantistici.
Tra gli scenari sul tavolo, prende corpo anche l’ipotesi fallimento. In quel caso, si potrebbe attivare l’articolo 52, comma 10, delle Norme Organizzative Interne della FIGC: il dispositivo che consente a una nuova società, riconosciuta e legittimata dall’Amministrazione comunale, di ereditare la tradizione sportiva e ripartire dalla categoria dilettantistica più alta disponibile, in questo caso l’Eccellenza.
La prima parola, per la rinascita, la avrà il Comune di Taranto, chiamato a indicare una nuova entità calcistica che possa rappresentare ufficialmente la città. Da tutto questo, dipenderanno le sorti del club ionico, e della città, appesa al ricordo sbiadito, di un Taranto calcio glorioso che manca da troppo.