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Galatina, lite prima del pestaggio: spunta un nuovo video

Una lite avvenuta pochi giorni prima del pestaggio, poi il regolamento di conti consumato nella stazione ferroviaria di Galatina. È questa la pista su cui si concentrano gli investigatori che stanno cercando di ricostruire le fasi precedenti e successive all’aggressione del 16enne di origini tunisine, avvenuta lo scorso 18 aprile.
Il pestaggio, brutalmente ripreso in un video poi pubblicato sui social dagli stessi aggressori, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di sette giovanissimi, al netto di due tredicenni, non imputabili perché minori di 14 anni. Proprio in queste ore verranno depositati anche i frame di un altro video che documenta un pestaggio avvenuto pochi giorni prima dell’episodio in stazione, sempre a Galatina. Le immagini raccontano un clima di tensione preesistente.
Secondo quanto emerso finora, una parola di troppo, forse una bestemmia verso i cari defunti di uno dei ragazzini, avrebbe acceso la miccia di una situazione già compromessa da dissidi e rancori covati nel tempo, anche con insulti, lanci di pietre e altro, sebbene mai denunciati finchè il caso non è diventato di dominio pubblico. La posizione del 16enne tunisino, vittima del pestaggio, è supportata dal fatto che, fino a quel momento, nessuna denuncia formale fosse stata presentata contro di lui. Lo stesso sui social avrebbe pubblicato una storia per provare a difendersi: “Gira un video su di me dove tiro un presunto pugno ma sono stato obbligato e aggredito prima di ciò”, ha scritto, accompagnando il messaggio con gli hashtag #noallaviolenza e #giustizia. A Galatina nei giorni scorsi ha fatto tappa l’ex “Re dei paparazzi” Fabrizio Corona, che ha raggiunto il Salento promettendo di realizzare un’inchiesta scottante sull’accaduto e parlando apertamente di infiltrazioni del clan Coluccia tra i giovani.
Intanto, nelle prossime ore è previsto il tavolo in Prefettura a Lecce, convocato su richiesta del sindaco di Galatina, Fabio Vergine, per discutere dell’allarme sociale generato. Il lavoro degli investigatori procede a ritmo serrato: non solo per chiarire le responsabilità individuali, ma anche per fare luce sulla realtà minorile. Intanto, questo pomeriggio nel tribunale dei minori, avverrà l’ascolto degli indagati. Contestualmente, la procuratrice Simona Filoni conferirà l’incarico ai periti per l’analisi approfondita dei telefoni sequestrati ai ragazzi: tra chat, video e messaggi potrebbe emergere l’intera dinamica dei rapporti tra il gruppo e la vittima.

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