LECCE – L’allarme. La paura. La corsa in ospedale. Il caos. La rabbia. E, finalmente, il sollievo. E’ stata una giornata da ricordare in tutti i sensi per Gioele, un ragazzo di 19 anni, che vive in stato semi vegetativo. Quanto accaduto il 13 marzo all’ospedale Vito Fazzi di Lecce rasenta l’inverosimile.
Il problema è presto detto: non c’erano barelle disponibili all’interno del pronto soccorso per trasferire Gioele al reparto di Urologia e portarlo poi in sala operatoria per il necessario (e urgente) intervento chirurgico. A raccontare questa vicenda è il padre, Sandro: “C’erano 10 posti letto pieni, altri barellisti in attesa. A un certo punto è intervenuto anche il responsabile del 118 invitandomi a chiamare i carabinieri”.
Nessuno intendeva assumersi la responsabilità di accompagnare su una barella Gioele. A quel punto il caos e la tensione hanno preso il sopravvento perché il tempo trascorreva inesorabilmente: ogni minuto perso poteva diventare letale per il ragazzo
“E’ diventata una vera e propria odissea”, aggiunge il papà dello sfortunato ragazzo. Rompendo le regole del protocollo il giovane diversamente abile è stato accompagnato dal personale medico e paramedico del pronto soccorso e del 118 e operato d’urgenza. Un sospiro di sollievo e un lieto fine per una vicenda che resta paradossale.