TARANTO – Con l’estate che lentamente si avvicina, il calcio tarantino resta bloccato in un’attesa silenziosa, ma carica di tensione. L’occasione di ricostruire con calma, dopo l’esclusione dal campionato arrivata a marzo, rischia di svanire tra ostacoli burocratici e incertezze gestionali.
Ma le premesse per ripartire nel segno della programmazione sembrano esserci. Chi ha mostrato la volontà di investire nel calcio locale, come la “Fondazione per lo Sport” di Ferrarese, si trova ora davanti a un’impasse istituzionale, che rende difficile persino immaginare una ripartenza concreta. Nessuna colpa, quindi, può essere attribuita a chi ha fatto un passo in avanti: la macchina si è fermata prima ancora di mettersi in moto, e attende che qualcuno ne giri le chiavi.
Il passato però, come spesso accade, continua a far sentire il suo peso. L’ultima triste parentesi non si è ancora chiusa definitivamente: una società tecnicamente ancora in piedi, ma svuotata di ogni legame con la città e la tifoseria, potrebbe persino tentare una ripartenza dalla serie D, con tanto di penalizzazione a carico. Un’ipotesi che appare distante dal buon senso, ma che sul piano tecnico non è da escludere.
Nel frattempo, la città aspetta. I tifosi chiedono una svolta: che arrivi dall’Eccellenza o da un altro punto di partenza, non importa. Ciò che conta è che il calcio torni ad appartenere a chi lo ama davvero. Ora serve uno scatto. Serve la volontà concreta di ricostruire per la società ionica. Solo così la città dei due mari potrà lasciarsi alle spalle l’umiliazione subita e tornare, un giorno non lontano, a far battere forte il cuore dei suoi tifosi. In tinta ovviamente, rossoblù.
Alessandro Dimitri