CEGLIE MESSAPICA – La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che segna un momento cruciale per la sanità in Puglia. Con la decisione n. 57/2025, la Corte ha dichiarato legittima la legge regionale n. 21 del 2024, che sancisce il passaggio della gestione del Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica dai privati alla sanità pubblica. Questo provvedimento è stato accolto con entusiasmo da molti, ma ha anche generato polemiche e dibattiti accesi tra le parti coinvolte.
La legge regionale mira a garantire che il Centro di Riabilitazione operi sotto il controllo pubblico, assicurando prestazioni che rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). La Corte ha sottolineato che il passaggio non solo rispetta i principi costituzionali, ma contribuisce anche a un risparmio di spesa per la Regione. Tuttavia, la sentenza ha evidenziato alcune criticità, come la necessità di ricorrere a procedure concorsuali per l’assunzione del personale, anziché a modalità dirette.
La decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e altri sostenitori della legge hanno celebrato la sentenza come una vittoria per la sanità pubblica e per i cittadini pugliesi. Dall’altro, alcune critiche sono emerse riguardo alla gestione del processo e alle implicazioni politiche della decisione. La Fondazione San Raffaele, ad esempio, ha espresso preoccupazioni per la narrazione trionfalistica che potrebbe oscurare gli aspetti tecnici e giuridici della sentenza.
Il dibattito politico e sociale intorno a questa decisione evidenzia la complessità di bilanciare interessi pubblici e privati nel settore sanitario. Resta da vedere come le parti coinvolte affronteranno le sfide e le opportunità che questa decisione comporta.