Potrebbe essere la sete di vendetta il movente del brutale pestaggio di un 16enne di nazionalità tunisina, invalido perché diabetico, che il 18 aprile scorso è stato raggiunto in stazione da un gruppo ragazzini, tutti minori, accerchiato e brutalmente picchiato.
I sette autori dell’aggressione (al netto dei due tredicenni non imputabili perchè minori di 14 anni) sono indagati con l’accusa di lesioni personali aggravate dalla crudeltà e dalla minore età. Lunedì prossimo saranno ascoltati presso la Procura dei Minori e potranno fornire la propria versione dei fatti, con al fianco i legali difensori, tra cui gli avvocati Daniela Sindaco e Antonio Palumbo.
La vittima, assistita dall’avvocato Andrea Bianco, è già stata ascoltata nel commissariato di Galatina alla vigilia di Pasqua.
L’attenzione degli inquirenti, pronti a passare al vaglio i cellulari dei coinvolti, sarebbe tutta concentrata su ciò che è accaduto prima del pestaggio. In particolare ci sarebbe un episodio violento risalente al week end precedente. Episodio che potrebbe rappresentare il movente dell’aggressione in stazione, ripresa con il cellulare dagli stessi protagonisti e postata sui social come una sorta di reportage delle gesta della “gang del bosco”, nome con cui viene indicata la comitiva impegnata nella spedizione punitiva.
Un episodio da inquadrare in un contesto delicato: alcuni post dei ragazzi indagati sarebbero stati già segnalati in altre occasioni, anche ai servizi sociali, avendo destato preoccupazione in paese.
Una matassa non proprio agevole da sbrogliare, finita anche all’attenzione di Fabrizio Corona, che ha raggiunto Galatina per poi annunciare un’inchiesta sul caso.
Il sindaco Fabio Vergine ha preannunciato la richiesta di “un tavolo di lavoro con Prefettura, scuola, associazionismo, volontariato, servizi sociali, Tribunale dei minori e non solo”.