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Basket A2, il Toro non sa lottare, Mecacci chiede scusa ai tifosi

Non servono classifiche o tabelle: la sconfitta più pesante Nardò l’ha subita dentro, prima ancora che sul parquet. Una squadra senza anima non vince, e oggi il Toro sembra averla smarrita.
In un campionato che regala verdetti pesanti — con Udine che stacca il biglietto per la Serie A e Piacenza costretta alla retrocessione — Nardò si ritrova sospeso, bloccato in una spirale che somiglia più alla resa che alla lotta.
Due sconfitte pesanti in pochi giorni, prima a Livorno e poi in casa con Cento, due partite chiave in cui il Toro non è mai davvero sceso in campo. La resa, più che la sconfitta, è il vero campanello d’allarme di questo finale di stagione che si fa sempre più complicato.

Coach Matteo Mecacci, a fine gara, non ha cercato scuse:
“Credo sia doveroso chiedere scusa ai tifosi, anche se non è bello chiedere ogni volta scusa ai tifosi senza poi fare niente per cambiare questa situazione. Questa partita si spiega con i segnali che c’erano già da un po’ e che nelle ultime due settimane sono deflagrati. Per esempio, il fatto che oggi abbia vinto la squadra che ha fatto la squadra. Cento è venuta qui e ci ha presi a pallonate. Con noi che non ci siamo presentati e quando non ci si presenta non si parla nemmeno di pallacanestro. Però, è grave se non ti presenti in due giornate di fila e in due scontri diretti e in più in casa ti lasci sovrastare nella voglia e nell’atteggiamento. Io mi prendo sempre le mie responsabilità e me le prendo anche oggi, però due domandine comincerei a farmele. Perché se in tutte le partite ti prendono i rimbalzi in attacco, se arrivi sempre dopo sulle palle vaganti, se cedi ai primi momenti di difficoltà, si può parlare poco di pallacanestro. Sono le stesse cose che ci succedevano a dicembre e oggi sono deflagrate nuovamente. Questo, a meno di quattro settimane dall’inizio dei play-out rappresenta un grosso problema. Se noi ci presentiamo con questo atteggiamento, veniamo surclassati da tutti.”

Per il Toro ora c’è solo una strada: reagire. I play-out cominciano l’11 maggio e restano due gare per cambiare volto, ritrovare fiducia e provare a salvarsi.

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