BariCronaca

Prestiti con un tasso fino al 1000%: arrestati quattro usurai

BAT – Un’associazione per delinquere finalizzata all’usura, estorsione, riciclaggio ed esercizio abusivo di attività finanziaria nei confronti di imprenditori delle province di Bari e Barletta-Andria-Trani è stata scoperta dalla Guardia di finanza che ha arrestato quattro persone. In tre sono finite in carcere: si tratta dei fratelli Giovanni e Lorenzo Curci, di 55 e 54 anni, e del 39enne Pasquale Pellegrino.

Ai arresti domiciliari è finito il 76enne Mario Maiellaro. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Trani, conta complessivamente 12 indagati. Ed è partita dalla denuncia della imprenditrice alla quale il gruppo aveva prestato del denaro pretendendo, tra il 2021 e il 2023, interessi annui tra il 70% e più del 1.000%.

Dalle indagini è emersa una rete di prestiti usurari il cui giro d’affari complessivo è di circa 600mila euro, spiega la Guardia di finanza. L’imprenditrice che ha denunciato avrebbe messo a verbale non solo le richieste di denaro ma anche le minacce subite dal 76enne che avrebbe agito per conto dei due fratelli considerati dagli inquirenti i veri usurai.

Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, e dalle perquisizioni eseguite nel luglio 2023 con successivo sequestro probatorio di numerosi titoli di credito, tra cui cambiali, assegni, matrici di assegni, sarebbero emerse le responsabilità degli indagati che avrebbero prestato soldi a diversi imprenditori anche a tassi annui del 360%. Nel corso delle indagini i finanzieri si sono imbattuti anche in una evasione fiscale “da parte dei soci di diritto e di fatto di una società, attiva nel settore calzaturiero, che gli indagati avrebbero utilizzato per dare una parvenza legale all’attività creditizia, attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti”, spiegano i finanzieri.

I militari hanno eseguito anche un sequestro preventivo di beni riconducibili agli indagati e a una società attiva nel settore calzaturiero, per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro. Una somma considerata dagli investigatori il profitto dei reati di usura, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e riciclaggio.

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