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Basket A2, HDL Nardò cuore oltre l’ostacolo con Cento

Aristide Mouaha

LECCE – Tre partite alla fine, poi sarà tempo di play-out. Ma prima, c’è ancora da lottare, da stringere i denti e da dimostrare chi si è davvero. HDL Nardò Basket si prepara ad affrontare Sella Cento nella penultima sfida casalinga della regular season, con l’orgoglio ferito, dopo la debacle di Livorno, ma la testa alta, come un pugile che dopo un colpo al volto si rialza subito per rientrare nel match.

Sarà una domenica di passione al Pala San Giuseppe di Lecce, con palla a due alle 17: in palio non ci sono solo due punti, ma un bel pezzo di fiducia e la possibilità di scalare qualche posizione nella griglia dei play-out. Non sarà una passeggiata: Cento è una diretta concorrente, una squadra che lotta con le unghie e con i denti per tenersi a galla, con appena due punti di vantaggio dalla zona rossa.

È uno scontro che brucia, come certi incontri che ti mettono davanti allo specchio: per i granata è l’occasione giusta per voltare pagina dopo la brutta caduta a Livorno, e per dimostrare che il fuoco dentro arde ancora.

A suonare la carica è Aristide Mouaha, la guardia camerunese che quando parte in contropiede sembra una freccia scoccata da un arco teso al massimo. “Siamo arrabbiati – dice senza troppi giri di parole – perché abbiamo sbagliato a Livorno. Ma la tensione è buona, significa che vogliamo reagire. Cento è tosta, gioca con intensità e non regala nulla. Servirà una prova di fisico, testa e cuore. Chi sbaglia meno, vince. E noi vogliamo arrivare pronti a maggio, con lo spirito giusto”.

La stagione ha raccontato di un Nardò capace di imprese da romanzo contro le grandi, ma anche di blackout contro squadre alla portata. Un cammino forse incoerente ma anche imprevedibile. E proprio per questo ancora pericoloso. Con un finale di calendario non impossibile e un pizzico di follia sportiva, i granata possono ancora riscrivere il copione.

Contro Cento, non si gioca solo per i punti. Si gioca per il rispetto. Per ritrovare sé stessi e per far capire che, anche all’ultimo giro, si può ancora premere sull’acceleratore.

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