Si aprirà il prossimo 13 giugno, davanti al giudice Andrea Giannone del Tribunale di Lecce, il processo per diffamazione aggravata nei confronti della sindaca di Specchia, Anna Laura Remigi. Al centro della vicenda, un discorso della prima cittadina risalente al dicembre 2022, durante la cerimonia di intitolazione di una via a Gino Strada, in sostituzione della precedente dedicata a Luigi Cadorna.
Nel corso dell’evento, la sindaca Remigi pronunciò parole forti e giudicate offensive nei confronti del generale italiano: lo definì “povero idiota”, “sanguinario”, “macellaio”, “cattivissimo stratega”, arrivando a paragonarlo a personaggi come Hitler, Stalin, Jack lo Squartatore e il mostro di Firenze. Affermazioni che, secondo il giudice per le indagini preliminari Elena Coppola, vanno ben oltre il diritto di critica, tanto da respingere la richiesta di archiviazione formulata dalla pm Erika Masetti, che nei giorni scorsi ha formalizzato l’imputazione coatta.
Durante l’udienza predibattimentale, i legali della sindaca avevano chiesto il proscioglimento, ma senza successo. Nelle sue dichiarazioni spontanee, la Remigi ha rivendicato pienamente le frasi pronunciate, sostenendo di essersi espressa in un contesto di riflessione storica e civile.
A innescare l’inchiesta è stata la denuncia presentata dal nipote del “Maresciallo d’Italia”, assistito dall’avvocato Andrea Tirondola, che si è costituito parte civile nel procedimento.
Ora sarà un’aula di tribunale a stabilire se quelle parole rientrino nella libertà di espressione o configurino una lesione dell’onore e della memoria storica.
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