Il Tar Lecce ha messo la parola fine, almeno per ora, sulla controversa vicenda del forno crematorio da realizzarsi nell’area cimiteriale del Comune di Caprarica di Lecce, respingendo integralmente il ricorso presentato da un’imprenditrice agricola e proprietaria di parte dei terreni oggetto dell’esproprio.
Il ricorso mirava all’annullamento di una serie di atti amministrativi che, dal 2021 al 2024, hanno portato all’approvazione del progetto, alla variante urbanistica, all’apposizione del vincolo espropriativo e infine all’aggiudicazione dell’appalto per la costruzione e gestione dell’impianto crematorio alla società Saie S.p.A., promotrice della proposta in partenariato pubblico-privato.
Secondo la ricorrente, il progetto violerebbe norme urbanistiche, ambientali e di trasparenza amministrativa, penalizzando ingiustamente la propria attività agricola biologica. Tra le principali doglianze, l’insufficiente considerazione degli effetti sulla salute, l’impatto ambientale e l’utilizzo di un’area agricola ritenuta “di pregio”, nonché la mancata adozione di uno studio comparativo su soluzioni alternative. Nel procedimento è intervenuto anche il Comitato “No al forno crematorio di Caprarica”.
Il TAR ha ritenuto infondati tutti gli otto motivi del ricorso, evidenziando come le scelte urbanistiche e localizzative dell’Amministrazione siano state approvate secondo le modalità di Lecce, sottolineando, inoltre, come la conferenza di servizi non abbia riscontra alcun parere contrario da parte della Provincia di Lecce. La zona individuata risulta poi distante almeno 200 metri dal centro abitato e il danno paventato all’azienda agricola risulta limitato e comunque indennizzabile. Infine, viene respinta anche la presunta assimilazione dell’impianto a un inceneritore di rifiuti, escludendo l’applicabilità del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.