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Ampliamento discarica, Pagliaro a comitato No Burgesi: “Non fare di tutta l’erba un fascio”

Troppe le promesse mancate negli anni da parte della Regione, tanto da spingere il Comitato No Burgesi a non prendere parte all’audizione di lunedì prossimo in Commissione Ambiente del Consiglio Regionale, proprio per parlare dell’ampliamento della discarica Burgesi di Ugento. “La politica regionale, ha mancato di agire in modo risolutivo, limitandosi a gestire emergenze senza una strategia chiara”, fanno sapere dal comitato, che invitano poi la Regione ad assumersi le proprie responsabilità e a trovare e le giuste soluzioni. “Abbiamo cercato di dialogare più volte e ogni volta – dicono dal Comitato – ma dopo ogni incontro in Regione, alle promesse non sono seguiti i fatti, anzi, delle volte sorprese spiacevoli. Siamo stanchi di sentirci presi in giro ogni volta” dicono. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Pagliaro, esprime però il suo disappunto, sottolineando la necessità di distinguere i vari attori politici e a non generalizzare. “Non è giusto fare di tutta l’erba un fascio”, dichiara Pagliaro, rivendicando il lungo impegno sia come editore che come politico contro l’invasione dei rifiuti in Salento. “Siamo stati da sempre a difesa del nostro territorio, sin da quando 18 anni fa, con i reportage de ‘L’Indiano’, storica trasmissione di Telerama, denunciavamo i problemi legati alle discariche e all’inquinamento delle falde acquifere”, continua Pagliaro, rimarcando come la Regione, nonostante le denunce, abbia continuato ad aprire e ampliare discariche.
Emblematico il sit-in organizzato nel maggio 2021 proprio davanti alla discarica Burgesi, contro l’ampliamento e per chiedere la bonifica dell’impianto. L’iniziativa aveva visto la partecipazione di amministratori locali di Ugento, Presicce-Acquarica e di altri comuni salentini. In quell’occasione, Pagliaro lanciò un forte allarme sull’impatto ambientale e sanitario delle discariche nel Salento, evidenziando i gravi rischi per la salute dei cittadini.
Sul piano istituzionale, numerosi gli sforzi fatti in Consiglio regionale per fermare la politica della maggioranza di centrosinistra, che ha continuato a favorire l’ampliamento delle discariche. “Nel 2021, quando venne approvato il Piano regionale dei rifiuti, noi votammo contro, ma la maggioranza andò avanti, approvando piani per la riapertura della discarica di Conversano e la realizzazione di nuovi impianti a Cerignola”, dichiara Pagliaro, criticando le scelte politiche del Partito delle Discariche che hanno portato alla pianificazione dell’ampliamento di Burgesi e all’apertura del sito di Corigliano, una bomba ecologica costruita sulla falda acquifera che disseta l’80% del Salento.

Tutto questo – afferma pagliaro – per continuare a ingrassare il partito delle discariche che ora sta battendo cassa per avere tutti gli arretrati delle differenze Tari per i rifiuti conferiti negli impianti privati, applicando la delibera Arera del 2023 con l’avallo dell’Ager, che risponde agli indirizzi politici di chi comanda da vent’anni in questa Regione. Di qui l’appello al Comitato No Burgesi: “Non possiamo essere messi nel mucchio con chi ha contribuito a questa situazione. Noi siamo sempre stati in prima linea per difendere il Salento, e continueremo a combattere per fermare l’invasione dei rifiuti”. Il consigliere ribadisce come la sua battaglia contro le discariche nel Salento è sempre stata chiara e coerente, indicando come la responsabilità della situazione attuale debba ricadere sulle scelte politiche di chi ha governato e continua a governare la Regione negli ultimi vent’anni, portando avanti un sistema che ha favorito gli impianti privati a discapito della salute pubblica.

“Nel 2018, – raccontano dal comitato No Burgesi – le associazioni del territorio, durante una manifestazione presso la sede della Regione Puglia, hanno chiesto di partecipare ai tavoli tecnici relativi alla ex discarica Burgesi e la bonifica del sito, dove sarebbero stati tombati illegalmente 600 fusti tossici. In quell’occasione, ricevuti dall’allora Assessore Loredana Capone e con la presenza del consigliere Casilli, all’epoca all’opposizione, nonché di altri consiglieri, ci è stata promessa una cabina di regia. Le associazioni avrebbero dovuto partecipare ai tavoli tecnici e alle fasi dei monitoraggi riguardanti la ex discarica Burgesi, come evidenziato anche dalla stampa locale del periodo. Quelle promesse non sono state mai mantenute. Il 23 gennaio scorso, i rappresentanti delle associazioni, insieme ad alcuni assessori del Comune di Presicce-Acquarica, hanno incontrato l’Assessore all’ambiente Serena Triggiani per chiedere nuovamente la partecipazione ai tavoli tecnici e l’accesso ai dati dei monitoraggi. In un incontro costruttivo, l’Assessore Triggiani ci ha ascoltati invitandoci a inoltrare le nostre richieste per il tramite del Comune di Presicce-Acquarica. Tuttavia, qualche settimana dopo, abbiamo appreso della proposta di delibera che prevedeva la sopraelevazione della discarica di Soccorso annessa all’impianto di biostabilizzazione in località Burgesi. Tale decisione ha deluso nuovamente le Associazioni del Comitato. Le due discariche adiacenti hanno già causato numerosi danni sia all’aspetto paesaggistico del territorio, essendoci nelle vicinanze il parco naturale di Ugento, e sia alla salute pubblica, con un aumento allarmante di tumori sotto gli occhi di tutti. Questi aspetti sono ben noti alla Regione Puglia che, nonostante ciò, ha pensato bene di non tener conto di una popolazione che da anni subisce le infinite emergenze dei rifiuti che la Regione non ha saputo risolvere. Per tali ragioni, ora la nostra sarà un’opposizione ferma e decisa con rifiuto categorico a qualsiasi sopraelevazione: le associazioni del Comitato “No Burgesi” non accetteranno più nessun conferimento di rifiuti nella discarica di Soccorso. Chiediamo la chiusura definitiva della discarica di Soccorso Burgesi oltre al rispetto degli impegni presi in passato attraverso il coinvolgimento ai tavoli tecnici e l’accesso ai dati ambientali relativi alla ex discarica Burgesi. Ricordiamo che l’esclusione dei cittadini da parte delle istituzioni alle vicende ambientali del territorio è in violazione dei principi di partecipazione e trasparenza sanciti dall’art. 4 della Direttiva 2003/4/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, e che la mancata comunicazione dei dati relativi ai monitoraggi rappresenta una violazione del diritto alla partecipazione sancito dall’art. 6 della Convenzione di Aarhus, ratificata in Italia con la Legge n. 108/2001, che stabilisce il diritto della popolazione a partecipare ai processi decisionali in materia ambientale e il diritto di accesso alle informazioni ambientali detenute dalle autorità pubbliche. Abbiamo cercato di dialogare più volte e ogni volta, dopo un incontro in Regione, alle promesse sono seguite “promesse non mantenute” o “sorprese spiacevoli”. Siamo stanchi di sentirci presi in giro ogni volta. Non accetteremo più ulteriori rinvii o promesse non mantenute”.

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