BRINDISI – Il sindacato Cobas ha espresso preoccupazione riguardo alla fabbrica di batterie prevista a Brindisi. Inizialmente, la Giga-factory era stata destinata al comune adriatico come compensazione per la chiusura della centrale di Cerano, con Enel e ambienti governativi impegnati a realizzarla. Tuttavia, la fabbrica è scomparsa dai piani dell’azienda per riapparire nei progetti di Eni-Versalis, ma con minori garanzie.
Il sindacato ha criticato il protocollo d’intesa sottoscritto a Roma con il Governo ed Eni Versalis, ritenendo che gli impegni siano vaghi, soprattutto per i lavoratori delle ditte appaltatrici. Inoltre, ha chiesto la realizzazione di un “accordo di programma” per la crisi Versalis, simile a quello previsto per Enel, per garantire maggiore stabilità e sicurezza per i lavoratori.
La transizione della fabbrica di batterie dai piani dell’Enel a quelli di Eni-Versalis è vista come una soluzione per la crisi del Petrolchimico, ma Roberto Aprile teme che gli impegni possano essere stracciati in qualsiasi momento. Inoltre, il sindacato ha sollecitato lo smantellamento immediato della centrale di Cerano e delle strutture portuali ad essa collegate, nonché il ripristino dei luoghi.
Le 13 aziende che hanno chiesto di investire a Brindisi, principalmente nel settore delle rinnovabili, devono trovare risposte rapide ai problemi di insediamento. Alcune di queste aziende stanno già considerando di trasferirsi a Bari a causa delle incertezze attuali.
Il Cobas ha chiesto al Ministero la convocazione di un tavolo sulla decarbonizzazione per fare il punto sull’operato di Governo, Regione ed Enti Locali, e per avere conferma che le proposte abbiano fatto progressi significativi.