Avrebbe inviato con WhatsApp un video hard ad una ragazza più piccola di lui di sei anni, invitandola a rispondere con un altro video mentre ripeteva i suoi gesti erotici. La promessa di non condividerlo, però, sarebbe stata disattesa dal giovane e il filmato in poco tempo è diventato virale.
Questo il motivo che ha portato sul banco degli imputati un 25enne, residente nell’hinterland di Maglie, che nelle scorse ore è stato condannato a quattro anni di reclusione dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce.
L’accusa, sostenuta in giudizio dalla pm Patrizia Ciccarese è di pedopornografia. La storia risale a cinque anni fa, quando il ragazzo aveva 20 anni e parte da una denuncia presentata dai genitori della ragazza, all’epoca di soli 14 anni, dopo aver scoperto che il video pedopornografico che la immortalava la minore era diventato virale tra i ragazzi del paese. L’adolescente avrebbe ammesso ai genitori di essere caduta nella trappola dell’amico.
Ora, a distanza di cinque anni dalla vicenda è giunta la condanna per il ragazzo, difeso dagli avvocati Luigi Covella e Claudio Mangia, che oltre a scontare quattro anni di reclusione, nei suoi confronti i giudici hanno disposto l’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da uffici frequentati abitualmente da minori.
La ragazza e i genitori si sono costituti parte civile in giudizio con l’avvocato Mario Coppola.
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