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Appalti truccati nel Salento: arresti per sindaci e amministratori locali

Corruzione e frode negli appalti pubblici nei comuni di Ruffano, Maglie e Sanarica. Dopo gli interrogatori di garanzia che si sono svolti il 3 e 4 febbraio scorsi, il gip Stefano Sala ha accolto in toto le richieste della pm Maria Vallefuoco, ordinando la custodia cautelare in carcere per il sindaco di Ruffano Antonio Rocco Cavallo, l’imprenditore Marco Castrignanò, ritenuto dagli inquirenti il dominus degli illeciti, e l’ingegnere Maurizio Montagna, accusato in qualità di responsabile dei procedimenti di fornire informazioni su gare non ancora pubblicate. Ai domiciliari il sindaco di Maglie Ernesto Toma e il suo vice Marco Sticchi, il sindaco di Sanarica Salvatore Sales e l’assessore Dario Andrea Strambaci. Stessa misura cautelare anche per l’ingegnere Sergio Urso, dipendente di Castrignanò e Daniele Boscarino, dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Ruffano.
Il cuore dell’indagine ruota intorno alla Castrignanò Appalti Srl, società facente capo a Marco e Graziano Castrignanò, accusati di essere i promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla turbativa d’asta e alla frode nelle pubbliche forniture. L’azienda, insieme ad altre imprese “di comodo” create ad hoc, avrebbe ottenuto illecitamente l’affidamento di lavori pubblici in vari comuni, tra cui Maglie, Sanarica e Ruffano.
Il modus operandi prevedeva la creazione di società fittizie, intestate formalmente a prestanome ma di fatto gestite dagli stessi imprenditori, che partecipavano alle gare pubbliche garantendo un’apparente concorrenza, salvo poi spartirsi i lavori e i profitti. Grazie alla complicità di amministratori pubblici e tecnici comunali, sarebbero stati assegnati punteggi favorevoli nelle gare e garantiti affidamenti diretti senza la necessaria trasparenza e concorrenza.
Toma è accusato di aver ricevuto favori e utilità in cambio dell’assegnazione di contratti pubblici. L’inchiesta ha individuato una serie di appalti irregolari, per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro, che avrebbero subìto manipolazioni per garantire vantaggi economici agli imprenditori coinvolti.
A Sanarica i Castrignanò avrebbero garantito appoggio nella campagna elettorale del 2021 al candidato Sales, offrendo poi una cena dopo la vittoria. Mentre Cavallo avrebbe ricevuto somme di denaro e altra utilità connesse all’espletamento delle procedure ad evidenza pubblica. Le accuse contestate includono associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture e falso in atto pubblico.
Le intercettazioni e i documenti acquisiti dagli investigatori avrebbero dimostrato che gli imprenditori coinvolti erano a conoscenza dell’indagine da mesi, tentando di alterare documenti contabili e amministrativi per nascondere le reali modalità di gestione degli appalti. Ecco perchè per il gip, soprattutto per la posizione ricoperta dagli indagati, si rendeva necessaria l’applicazione delle misure cautelari, per evitare il rischio di reiterazione del reato. Inoltre gli investigatori avrebbero riscontrato pressioni su dipendenti pubblici affinché chiudessero un occhio sulle irregolarità, così come l’elargizione di favori e regalie a funzionari per ottenere trattamenti di favore.
Per la magistratura, gli indagati avrebbero potuto continuare ad agire indisturbati, sfruttando le stesse connessioni che hanno permesso loro di operare fino a oggi.
In particolare, l’imprenditore coinvolto avrebbe già trasferito fondi all’estero, disponendo di contatti con società straniere, potenzialmente utilizzabili per sottrarsi all’azione della magistratura. E anche i politici coinvolti, pur non avendo evidenti piani di fuga, potrebbe avvalersi della rete di conoscenze politiche e imprenditoriali per rallentare o ostacolare l’accertamento della verità.
Alla luce di queste considerazioni, il gip ha disposto le diverse misure cautelari. In tutto sono 16 i provvedimenti restrittivi disposti, su 25 persone indagate.

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