Avrebbero effettuato una serie di assunzioni fittizie, permettendo ad una società con sede a Gallipoli di beneficiare di prestazioni previdenziali, tra cui le indennità di disoccupazione Naspi, rendita Inail e indennità Covid-19.
Con le accuse di truffa ai danni dello Stato risultano imputate 24 persone, per le quali la sostituta procuratrice del Tribunale di Lecce Simona Rizzo ha disposto la citazione diretta a giudizio, sulla base dell’attività investigativa condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro. Tra i nomi, oltre a quello di Salvatore Capoti, titolare della società cooperativa che avrebbe beneficiato indebitamente delle prestazioni previdenziali, compare anche quello di Antonio Baldari, commercialista 43enne di Gallipoli, già coinvolto in una precedente inchiesta del novembre scorso sul clan Pepe-Penza, nella quale risponde dei reati di riciclaggio e autoriciclaggio.
Baldari è accusato di aver attestato, in qualità di consulente dell’azienda l’assunzione fittizia di 22 persone, avvenuta nel 2019 e 2020. Gli impiegati avrebbero assunto le qualifiche di “segretaria”, “riparatore di autoveicoli”, “responsabile dei servizi di sicurezza privati”, “addetto alle pulizie di interni”, in realtà non avrebbero mai svolto alcuna mansione, attestando l’impossibilità a lavorare per malattia, gravidanza o altre cause, e beneficiando di prestazioni previdenziali per un ammontare complessivo di oltre 116mila euro.
Il prossimo 16 gennaio è stata fissata l’udienza predibattimentale dinanzi alla Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce, in composizione monocratica, presieduto dalla giudice Elena Coppola. Tra le persone offese risultano il Ministero del Lavoro e dell’Economia, che potrebbero costituirsi parte civile.