Melendugno verso l’accordo con Tap. Il passaggio in Commissione consiliare ha permesso di fare chiarezza su alcuni aspetti della bozza d’accordo proposta dalla multinazionale. E di chiarire le posizioni. Da sindaco e maggioranza nessun commento, dalla minoranza vengono sollevati dubbi e perplessità. L’ultima parola spetta al consiglio comunale che sarà convocato nei prossimi giorni
La proposta di Tap prevede un ristoro di 6 milioni di euro per Melendugno in cambio di un accordo tombale: ritiro dal processo come parte civile e rinuncia a ulteriori compensazioni. Ques’ultimo resta il punto più controverso.
Non tutti, però, vedono di buon occhio l’accordo. Dalla minoranza, l’ex sindaco di Melendugno Marco Potì ha espresso i propri dubbi e perplessità, definendo l’intesa come un “accordo capestro” , irrispettoso nei confronti di Melendugno (ma non solo), alla luce delle cifre proposte ma anche per le clausole proposte, come la richiesta di non prendere parte ai negoziati con la Regione. Secondo Potì, TAP potrebbe utilizzare l’intesa con i Comuni per rafforzare la propria posizione nelle sedi giudiziarie, chiedendo ai giudici di tenerne conto nelle eventuali decisioni sul contenzioso in corso.
A fargli eco è Danilo Scorrano di Sinistra Italiana, che ha definito la proposta di TAP “oscena” e auspica che si prosegua con il processo, sottolineando come eventuali risarcimenti debbano essere proporzionati all’impatto subito dal territorio, e non una semplice “elemosina” per chi ha dovuto subire la realizzazione del gasdotto.
Tap ha proposto anche un accordo al Comune di Vernole: sul tavolo due milioni di euro. Il sindaco Mauro De Carlo non intende firmare un accordo che potrebbe compromettere anche ulteriori compensazioni. Ma al momento non è stata ancora convocata una commissione per illustrare il contenuto della bozza di accordo.