L’accordo con Tap non è stato firmato. E alla ripresa del processo per la realizzazione del gasdotto, i comuni di Melendugno e di Vernole, costituiti parte civile, attraverso i loro legali hanno confermato e insistito con le richieste di risarcimento: 250 milioni per Melendugno e 50 per il comune di Vernole.
Nella precedente udienza la giudice Chiara Panico aveva concesso uno stop del processo per consentire l’interlocuzione fra i legali di Tap e quelli dei comuni di Melendugno e Vernole, al fine di giungere ad un accordo, che ancora non è stato raggiunto. C’è la bozza dell’accordo, ma non è stato firmata. Nello specifico, Tap propone un’intesa tombale in cambio di 6 milioni per Melendugno e poco più di tre per Vernole. Ma i due comuni (disponibili al ritiro della costituzione di parte civile) non sembrano però intenzionati a rinunciare ad eventuali compensazioni previste dalla legge regionale, che alcune clausole dell’accordo annullerebbero.
Stasera è prevista una riunione della commissione consiliare nella quale sindaco e giunta illustreranno il contenuto della bozza dell’accordo proposto da Tap. Intanto il processo riprenderà domani. La parola passa alle difese degli imputati. Il pm Alessandro aveva concluso la requisitoria chiedendo l’assoluzione degli imputati, Tap compresa, La condanna era stata richiesta per 8 imputati (tra cui i vertici dell’azienda) ma solo per il reato di inquinamento ambientale.