TARANTO – Quando una nave prende acqua per troppo tempo, prima o poi affonda. E ora il Taranto si ritrova sul fondale, travolto da errori, scelte sbagliate e un destino che sembrava già scritto. Il verdetto del Tribunale Federale è arrivato come l’ultima onda che ha sommerso tutto: esclusione dalla Serie C. Ma se il naufragio è avvenuto, la battaglia non è ancora finita.
L’attuale proprietà non vuole mollare e ha già annunciato ricorso, decisa a portare il caso fino all’ultimo grado di giudizio. Questo significa che, almeno per il momento, il Taranto Fc esiste ancora. Finché il titolo sportivo resta nelle mani della società, il futuro è un’incognita: la sentenza potrebbe essere ribaltata, ma la fiducia dell’ambiente è ormai ridotta ai minimi termini.
Se il ricorso non dovesse cambiare il verdetto, esiste un’altra possibilità: ripartire con una nuova società grazie all’articolo 52, comma 10 delle NOIF. In parole semplici, la FIGC potrebbe consentire la creazione di un nuovo Taranto, che verrebbe iscritto all’Eccellenza con il pagamento di una quota di 100.000 euro.
Ma questa strada è percorribile solo a una condizione: il Taranto Fc deve perdere definitivamente il titolo sportivo e non iscriversi a nessun altro campionato. Solo allora si potrebbe costruire qualcosa di nuovo, con persone diverse e lontane dalle ombre del passato.
Da una parte, il ricorso della società, che cerca disperatamente di restare in piedi. Dall’altra, la possibilità di ripartire da zero, lasciandosi alle spalle anni di illusioni e sofferenze.
Altra ipotesi che si fa strada nel buio più totale è quella legata a all’imprenditore Giovanni Di Stefano che ha annunciato che procederà formalmente ad inviare una richiesta ufficiale al Sindaco di Taranto affinché gli venga assegnato il titolo sportivo per poter competere dal campionato di Eccellenza nella prossima stagione.
I tifosi, dopo aver visto la loro squadra andare alla deriva, ora vogliono solo certezze. Qualunque sia la strada scelta, una cosa è chiara: Taranto merita una squadra vera, credibile e degna della sua storia.
Ora il destino del calcio rossoblù è nelle mani della giustizia sportiva. Ma il tempo scorre veloce, e la città non può più permettersi di restare in bilico tra speranze e promesse. Servono certezze, per adesso almeno sono finite le umiliazioni sul campo.