C’è la bozza, ma non l’accordo. L’interlocuzione è ancora in corso fra Tap e le amministrazioni di Melendugno e Vernole. Tap vorrebbe un accordo tombale che mettesse l’azienda al riparo da altre eventuali pretese, non solo quindi l’uscita dal processo e la rinuncia alla costituzione di parte civile, ma anche i benefici che deriverebbero dall’applicazione della legge sulle compensazioni. In cambio andrebbero circa 6 milioni di euro a Melendugno e 2 e mezzo milioni a Vernole
La bozza preparata da Tap è al vaglio dei comuni. Che non sembrano interessati ad un’intesa tombale così come proposto dall’azienda azera. Il Comune di Vernole non intende assolutamente rinunciare ad eventuali compensazioni delle legge regionale. Una volta conclusa l’interlocuzione fra gli avvocati, la bozza – almeno nel caso di Melendugno – dovrà essere portato all’esame della commissione consiliare già convocato per martedì.
E comunque entrambi i sindaci, Maurizio Cisternino di Melendugno e Mauro De Carlo di Vernole, prima di assumere una decisione intendono coinvolgere i cittadini.
Qualcosa di più potrebbe emergere lunedì nel corso della nuova udienza del processo per i lavori di realizzazione del gasdotto in cui ai 18 imputati tra cui la società Tap si contestano a vario titolo, di deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazione del testo unico in materia edilizia, inquinamento ambientale. Il pm ha già fatto la requisitoria: chiesta l’assoluzione di tutti gli imputati, Tap compresa, e la condanna per 8 imputati (tra cui i vertici dell’azienda) solo per il realto di inquinamento ambientale.