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Un Marzo in sala tra premi Oscar

Pubblico generico all'interno di una sala cinematografica

TELERAMA – Benvenuti gentili e soprattutto curiosi lettori di TeleRama, al consueto appuntamento settimanale con Cineclub, dove i protagonisti assoluti sono le uscite più attese nel mondo del cinema.

Cominciamo i nostri consigli settimanali parlandovi del neo vincitore di 5 premi Oscar, tra cui quello dedicato al miglior film, l’audace rom-com “Anora” del regista Sean Baker. Il cineasta, conosciuto nell’ambiente cinefilo per diverse pellicole con cui ha dissacrato intelligentemente la modernità statunitense, torna a farlo con le scalmanate avventure di Anora e “Vanja”. La generazione Z sotto la lente: la prima è una ragazza di origini uzbeche che vive a Brooklyn, mantenendosi come stripper, ma che aspira ad una vita migliore. Il secondo è un ragazzo immaturo, ricco figlio di un oligarca russo che l’ha mandato negli States per studiare. Il giovane è un combinaguai che finisce con lo sposare la giovane ragazza a Las Vegas. Anora, che fino a quel momento aveva accettato tutto, prima per soldi e poi perché convinta della genuinità dei sentimenti del ragazzo, si ritrova così all’interno di un complicato vortice famigliare di matrice russa che vi farà ridere e soprattutto riflettere a lungo. Quello di Sean Baker è un ponte tra diversi tipi di pubblico che, almeno secondo il modus operandi dell’Academy, ha avuto più che senso premiare.

Passiamo al road movie dai toni comici, seconda opera alla regia dell’attore Jesse Eisenberg, “A real pain“. I protagonisti della storia sono i cugini David e Benji, interpretati rispettivamente da Eisenberg stesso e il figlio d’arte e fratello degli attori Macaulay e Roy, Kieran Culkin; quest’ultimo ha vinto, pochi giorni fa, il premio dedicato al miglio attore non protagonista durante la 97esima edizione dei premi Oscar. Il duo, grazie ad una cospicua eredità lasciata dalla nonna, andrà in giro per l’Europa per scoprire il passato della loro famiglia. Quello del neo cineasta è un trattato su millennials e il modo in cui affrontano il mondo; generazione che forse più di tutte ha vissuto sulla propria pelle non solo la transizione digitale e tecnologica ma anche un’era in cui le fragilità degli uomini vengono sì formalmente accettate sempre più, ma spesso ignorate dalla società perché “scomode”. Questo film parla all’ uomo moderno che si approccia alla maturità definitiva, rappresentata in questo caso dalla scoperta delle origini dei suoi protagonisti.

E concludiamo con un’opera attesissima dal cinefili, il grottesco “Mickey 17” di Bong Joon-ho. L’apprezzato regista sudcoreano, che ha raggiunto la notorietà mondiale grazie alla sua triplice vittoria ai premi Oscar con il film fenomeno dell’annata 2019 “Parasite“, torna a far discutere di se con un’opera fantascientifica avente protagonista l’amato attore britannico Robert Pattinson. L’interprete ha scelto un ruolo alquanto bizzarro, quello di un uomo “usa e getta” che viene spedito in avanscoperta su un pianeta da colonizzare. Perché “usa e getta”? Mickey Barnes si è sottoposto ad una terapia che gli permette, ogni qualvolta la sua impresa lo conduce alla morte, di rigenerarsi sotto forma di un clone memore di tutti i suoi ricordi. Come in un videogioco, il protagonista si ritroverà in un loop esistenziale in cui la morte rappresenta l’unico modo per andare avanti e rinascere. Una visione imperdibile per gli amanti della fantascienza, del regista o anche semplicemente di Pattinson che ormai è considerato come uno dei migliori attori della sua generazione.

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