TARANTO – Passano i giorni, ma Taranto fatica ancora a digerire la retrocessione e l’addio alla Superlega di volley maschile. Dopo cinque anni vissuti tra sacrifici e miracoli sportivi, la città si ritrova a fare i conti con una dolorosa realtà, l’ennesima, dopo le delusioni calcistiche.
Cinque anni di battaglie e di sogni, in cui la società guidata dal presidente Tonio Bongiovanni e dalla vice Elisabetta Zelatore ha acceso i riflettori sulla pallavolo in un Sud spesso costretto a rincorrere e lottare per mantenere in vita le proprie realtà sportive. Taranto ha vissuto la grande pallavolo, ha sognato, ha esultato. Ora si risveglia bruscamente, con il sapore amaro di una stagione finita nel peggiore dei modi.
All’indomani della sconfitta contro Verona, che ha sancito il verdetto più temuto, Bongiovanni e Zelatore hanno affidato a una lettera il loro stato d’animo. Un messaggio di ringraziamento che, letto tra le righe, potrebbe suonare come un addio. O forse no. Forse è solo il dolore di un momento che speravano non arrivasse mai.
Nelle loro parole c’è il grazie sincero a chi ha reso possibile questo viaggio. Alle aziende e ai loro rappresentanti, che hanno sostenuto la Gioiella Prisma Taranto Volley con passione e condivisione. Ai collaboratori e a tutti i componenti dello staff medico, ai dirigenti e agli addetti ai lavori che, settimana dopo settimana, hanno reso ogni partita al PalaMazzola una festa dello sport. A tutte quelle famiglie, quei bambini e quei ragazzi che hanno riempito gli spalti, sentendosi parte di un progetto che andava oltre il semplice gioco, diventando un simbolo di orgoglio e appartenenza.
E poi il grazie più grande: ai tifosi tarantini, agli instancabili Zio’s Boys, ai numerosi Fuorisede, agli appassionati Prisma Boys. A chi ha cantato, sofferto e gioito, trasformando ogni partita in un’onda di emozione. E un grazie anche agli organi di informazione, per la professionalità e la costante vicinanza.
Si chiude un capitolo importante della storia della pallavolo tarantina. Ma ogni fine è solo l’inizio di qualcos’altro. Ora serve solo il tempo di metabolizzare, di respirare a fondo, di capire quale sarà il futuro della Prisma Taranto. Perché in fondo lo sport, come la vita, è fatto di cicli: si cade, ci si rialza, e si torna a sognare. E Taranto merita di continuare a sognare.