Il Toro è vivo e carica a testa bassa: Forlì travolta dalla furia granata.
Doveva essere una notte di riscatto, è diventata una notte da sogno. HDL Nardò Basket si prende Forlì espugnandola con una prestazione scintillante, dominando una Unieuro irriconoscibile e mai davvero in partita. Finisce 69-82, con i parziali di 19-25; 10-19; 16-20; 24-18; ma più che un semplice punteggio è il sigillo di una squadra che ritrova il suo spirito combattivo.
Eroe della serata, l’americano Russ Smith, versione superstar, con una prova stellare: 37 punti, bombe da ogni angolo, freddezza glaciale dalla lunetta. Un ciclone inarrestabile che ha travolto i romagnoli, lasciando il pubblico di casa con il fiato sospeso e gli occhi sbarrati.
Non è un caso che la serata della rinascita coincida con il ritorno di Nikolic e Iannuzzi: il Toro con loro ha un’altra anima, più feroce, più affamata. E se Smith ha fatto il fenomeno, la sinfonia granata è stata suonata da tutti: Mouaha, Zugno, Stewart Jr. e compagni hanno messo energia, difesa, e soprattutto una voglia matta di vincere.
Il film della partita racconta di un Nardò partito subito forte, un primo quarto in cui la squadra di Mecacci ha messo la testa avanti e non l’ha più mollata. Forlì ha provato a resistere, ma ogni volta che rialzava lo sguardo trovava davanti a sé un muro granata. Smith ha continuato a martellare, Unieuro ha provato a reagire, ma ogni speranza è stata spenta sul nascere.
Nel finale, con il cuore in gola e la pressione di Forlì a tutto campo, il Toro ha stretto i denti. Il pubblico romagnolo ci ha sperato, ma alla fine ha dovuto inchinarsi davanti a un Nardò che stavolta non ha tremato.
Vittoria pesante, di quelle che cambiano le stagioni. Il Toro è in salute e sembra appena uscito dal recinto pronto ad aggredire il campionato per incornare la salvezza.
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Massimiliano Cassone
Responsabile della redazione sportiva TeleRama.
Giornalista pubblicista dal 22-05-2014.
Coordinatore, responsabile e opinionista delle trasmissioni sportive Piazza Giallorossa e Lecce Channel.
Ama definirsi un umile artigiano delle parole e in modo ironico afferma di scrivere per legittima difesa e per lavoro.
Autore di tre romanzi: “Il vaso di Pandora” (2010), “La dea del mare” (2012), Quattro sbarre nell’anima (2016).