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Occupazione abusiva box del mercato ittico di Gallipoli: undici indagati

La Procura di Lecce ha concluso le indagini preliminari nei confronti di undici persone accusate di occupazione abusiva di spazi del demanio marittimo presso il mercato ittico di Gallipoli. Gli indagati, tra cui figurano imprenditori e rappresentanti legali di società, sono sospettati di aver utilizzato illegalmente otto box in muratura per attività di pescheria e ristorazione, senza le necessarie concessioni demaniali. Secondo le indagini, i titoli originari che consentivano l’occupazione degli spazi erano scaduti da tempo, e nonostante le ordinanze di sgombero emesse dal Comune di Gallipoli, gli indagati avrebbero continuato a utilizzare i box e le aree esterne per attività commerciali non autorizzate per la vendita di prodotti ittici e la somministrazione di cibi cotti e bevande, con l’installazione di tavolini, sgabelli e ombrelloni in aree demaniali.
Alcune delle attività coinvolte sono state inoltre oggetto di provvedimenti antimafia emessi dalla Prefettura di Lecce.
Le indagini portarono nel luglio scorso allo sgombero di alcuni box in un’operazione interforze tra carabinieri, Nas, polizia, guardia di finanza, guardia costiera e polizia locale, su disposizione del gip Tea Verderosa su richiesta del sostituto procuratore Donatina Buffelli e del procuratore Guglielmo Cataldi. Numerose irregolarità di natura sia amministrativa sia commerciale, erano state già annotate in un primo controllo avvenuto il 19 luglio del 2023 da parte della capitaneria di porto di Gallipoli. Otto box in muratura dei 14 presenti erano stati utilizzati, oltre che per attività di vendita di prodotti ittici, anche per attività non consentita ed abusiva di ristorazione, con somministrazione di cibi cotti e bevande con conseguente occupazione abusiva delle aree demaniali marittime esterne ai box mediante tavolini, sgabelli, ombrelloni, banchi di vendita ed espositori. C’è chi addirittura occupava un box in maniera del tutto illecita, sprovvisto anche di quel titolo scaduto che altri avevano. Da questa operazione scaturì un litigio tra due famiglie coinvolte in una successione di un box che non sarebbe andata a buon fine. A questi fatti sarebbe collegato anche l’incendio di un furgone di un commerciante. Gli indagati e i loro difensori hanno ora venti giorni di tempo per presentare memorie, documenti o richiedere ulteriori accertamenti.

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