LECCE – L’emozione traspare tutta dalle parole di Marta Caiulo che ricorda mamma e nonna, due delle migliaia di vittime delle Foibe, le fenditure carsiche usate come discariche dalle milizie della Jugoslavia di Tito alla fine della Seconda guerra mondiale. Tra il 1943 e il 1947 le uccisioni di italiani furono almeno 20mila; gli esuli italiani costretti a lasciare le loro case più di 250mila.
Dal 2005, il 10 febbraio, gli italiani celebrano il Giorno del Ricordo, in memoria dei quasi ventimila italiani torturati, assassinati e gettati nelle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati.
A Lecce la Prefettura ha voluto coinvolgere gli studenti dell’Istituto Costa-Galilei Scarambone: rimembrare le nefandezze del passato serve a evitare che possano ripetersi in futuro.
La memoria delle vittime delle foibe e degli italiani costretti all’esodo dalle ex province della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia è un tema che ancora divide.
Continuare a gettare i semi conoscenza è fondamentale per riuscire a raccogliere i frutti dalle nuove generazioni.