LECCE – Una caduta accidentale dal letto nella cella del carcere di Borgo San Nicola a Lecce dove era detenuto. Il colpo alla testa, l’ematoma, la prima visita all’interno del penitenziario e nessun accertamento esterno disposto dai medici. Poi, qualche giorno dopo, un malore, la perdita di conoscenza, il ricovero in Rianimazione al Fazzi ed il decesso. E adesso un fascicolo di indagine disposto dalla magistratura per fare chiarezza ed accertare eventuali responsabilità sulla morte di Massimo Calò, 53enne leccese, deceduto lo scorso quattro febbraio. Per ora il fascicolo d’indagine con l’accusa di omicidio colposo aperto dal pubblico ministero Maria Grazia Anastasia è a carico di ignoti. La caduta accidentale dal letto della cella in cui si trovava sarebbe avvenuta nei primi giorni del gennaio scorso. L’uomo, stando a quanto raccolto nella fase di indagine, sarebbe stato accompagnato nell’infermeria del carcere di Borgo San Nicola per essere sottoposto ad un primo controllo da parte del personale sanitario interno, a cui non è seguito nessun accertamento esterno per verificare la presenza o meno di eventuali lesioni interne causate dalla caduta. La situazione, a quanto emerso, è peggiorata con il passare dei giorni. Il 53enne, che stava scontando una condanna a quattro anni di reclusione per una rapina compiuta nel 2021, ed a pochi mesi dal fine pena, ha perso i sensi. A questo punto è stato trasferito d’urgenza al Fazzi, dove i sanitari hanno riscontrato un’emorragia interna. Poi, il decesso, avvenuto come detto lo scorso quattro febbraio. Adesso sarà l’autopsia, disposta dal magistrato, e che sarà eseguita dal medico legale Alberto Tortorella il prossimo 12 febbraio, a fare chiarezza sulle cause della morte.
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