Se volessimo descrivere la competizione in termini automobilistici tra gli aeroporti di Bari e di Brindisi potremmo tranquillamente dire che, pur appartenendo alla stessa scuderia, allo scalo dell’aeroporto del capoluogo di regione è stata affidata una Ferrari, mentre a quello salentino una Fiat 500 di prima generazione.
La denuncia di questa disparità di trattamento, a dire il vero, parte da molto lontano. Addirittura bisogna tornare indietro fino al 2007 per trovare i servizi della nostra emittente con cui si denunciava – dati alla mano – una profonda disparità di trattamento tra i due aeroporti. Una puntuale ricostruzione delle penalizzazioni favorite dalla società Aeroporti di Puglia che poi l’editore Paolo Pagliaro, successivamente anche nella sua veste di consigliere regionale ha continuato a portare avanti fino a sostenere apertamente la legge voluta dai parlamentari D’Attis e Caroppo sulla continuità territoriale, a tal punto da presentare, il 23 dicembre scorso, una mozione per impegnare il Governo regionale a cofinanziare questa misura, in aggiunta ai cinque milioni già stanziati dal Governo nazionale.
A Brindisi, nell’iniziativa pubblica organizzata proprio da Dattis e Caroppo, si sono confrontati sulle opportunità della continuità territoriale – pur con qualche assenza importante, soprattutto sul versante tarantino – parlamentari, consiglieri regionali, amministratori locali ed esponenti degli enti camerali.
L’obiettivo è di fare squadra per evitare che l’aeroporto del Salento continui ad essere discriminato in favore di quello di Bari. Un dato riferito al 6 febbraio. Da Bari sono partiti 41 voli, di cui 19 internazionali e ne sono arrivati 45, di cui 17 internazionali, mentre a Brindisi sono partiti 20 voli, solo nazionali e ne sono arrivati 19, di cui uno solo dall’estero. E forse non è il caso di aggiungere altro.
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