LECCE – Non sarà né il primo né l’ultimo caso che si presenta davanti ai nostri occhi, ahimé. Siamo all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Piano terra. Una volta attraversato il corridoio sulla sinistra ci imbattiamo in questa situazione: un ascensore completamente off limits, chiuso da una porta di legno per evitare che qualcuno possa inavvertitamente avvicinarsi: per salire o scendere e accedere ai vari reparti ospedalieri occorre prendere l’ascensore posizionato affianco.
Percorriamo qualche decina di metri, superiamo la cappella e sulla sinistra troviamo un’altra situazione anomala. Della coppia di ascensori accanto alla scala solo uno è affidabile. L’altro, come potete osservare dalle nostre immagini, è un po’ ballerino. Le porte restano aperte. Un’anomalia perché dovrebbero aprirsi e chiudersi solo e soltanto allorquando fa ingresso un utente o il personale sanitario. Giusto il tempo di uicire o di entrare. Una manciata di secondi. Invece – cronometro alla mano – prima che le porte si chiudano è trascorso più di un minuto.
“Qualcuno è rimasto bloccato all’interno”, ha denunciato una anziana donna che ha preferito non esporsi davanti alle nostre telecamere. Insomma, entrare in questo ascensore potrebbe rappresentare un rischio.
E allora è facile fare due conti: in quel corridoio sono perfettamente funzionanti due ascensori su quattro. Situazione difficile per chiunque, soprattutto per le perosne disabili. E che diventa maledettamnte complicata negli orari di visita ai degenti, più o meno tra le 12 e le 13 e tra le 18 e le 19. In queste fasce orarie si registra una lunga fila di persone in attesa per entrare in ascensore e visitare i propri cari.
Una vicenda stucchevole che meriterebbe attenzione e una riposta concreta da chi di dovere.