BARI – Con la presa d’atto da parte del Consiglio regionale, della delibera dell’ufficio di presidenza la questione sembrava chiusa. E invece no. La Procura di Bari ha acquisito gli atti della legge di bilancio per verificare se, come denunciato dal governatore Michele Emiliano nel suo esposto di fine anno, è stato commesso un illecito.
La questione, si ricorderà, riguarda l’emendamento presentato durante la maratona di bilancio, dalla pentastellata Laricchia e che punta a operare un controllo da parte del Consiglio, sulle nomine fiduciarie della giunta regionale. Emendamento che, durante l’approvazione dell’articolato la notte del 18 dicembre scorso, fu dichiarato bocciato perché non raggiungeva i 26 voti necessari per approvare il bilancio. Durante i lavori questa votazione fu oggetto di dibattito: Emiliano e il suo vice Piemontese sostenevano che di voti ne servissero 26, la presidente del Consiglio Capone, il vice De Leonardis e la segretaria generale Gattulli insistevano che, essendo un emendamento normativo e non finanziario, ne servissero 24. Ma la linea che prevalse fu quella del governatore. La Laricchia, però, nei giorni successivi insistette, riportando precedenti che le davano ragione e minacciando il ricorso alla Corte Costituzionale. Dopo una verifica, l’ufficio di presidenza constatò che la tesi della Laricchia era quella corretta, di qui la decisione di rettificare la legge. A quel punto Emiliano il 30 dicembre si ritrovò sulla scrivania un testo della legge da promulgare differente da quello deliberato dall’aula, giacché includeva l’emendamento che prima non c’era. Da questo ne derivarono l’esposto, la crisi politica scoppiata tra le due più alte cariche della Regione, la riunione che a nulla servì per calmare le acque. Sino ad ora. Quando gli inquirenti hanno bussato alle porte del palazzo di vetro di via Gentile per acquisire tutta la documentazione riguardante l’iter amministrativo e legislativo del bilancio, compresa la presa d’atto finale per capire se esiste davvero un’ipotesi di illecito. Si vedrà. Intanto la proposta di modifica dell’emendamento della discordia è quasi pronto: prevede, come più volte anticipato, la cancellazione della parte in cui vieta a chi si misura con le elezioni regionali senza successo di essere nominato dalla giunta e introduce un modello “Comune di Bari” o direttori generali delle Asl. Ovvero, un albo di esperti e dall’indiscutibile profilo, da cui la giunta può attingere. L’intenzione è quello di presentarlo nella seduta del 13 febbraio prossimo. Numeri permettendo.