Una maxi operazione coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Lecce ha portato all’arresto di 87 persone su un totale di 112 indagati. L’operazione, denominata “Sud Est”, è stata condotta dai carabinieri del comando Provinciale con il supporto delle unità specializzate. Si tratta di uno dei colpi più duri inferti alla criminalità organizzata nel territorio salentino negli ultimi anni. Le indagini, avviate nel 2020, hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione mafiosa radicata a Lecce e nei comuni limitrofi, articolata in tre principali sodalizi criminali. Il gruppo capeggiato da Antonio Marco Penza, storico boss della Sacra Corona Unita, attivo nella città di Lecce e nella provincia. Sebbene detenuto, Penza ha continuato a dirigere le attività illecite attraverso suoi uomini di fiducia, gestendo il traffico di droga e le estorsioni. Il gruppo di Francesco Urso, operante ad Andrano e nei paesi limitrofi, responsabile della gestione di una rete di traffico di stupefacenti con rifornimenti dalla Calabria e dalla Spagna. E infine il testo gruppo, capeggiato da Andrea Leo, attivo tra Vernole, Melendugno e Lizzanello, dedito al traffico di droga e al controllo del territorio con metodi intimidatori. L’inchiesta ha evidenziato una stretta collaborazione tra questi gruppi, creando una sorta di joint venture criminale, un’impresa comune, finalizzata alla massimizzazione dei profitti derivanti dal narcotraffico. 319 gli episodi documentati legati al traffico di droga; 7 i reati estorsivi; 12 quelli connessi alla detenzione e all’uso di armi da fuoco; 16 reati vari, tra cui il tentato omicidio di Massimo Caroppo, raggiunto dai proiettili al volto e al braccio sinistro, durante un agguato avvenuto il 9 maggio del 2014 a San Ligorio, alle porte di Lecce, episodio rimasto un “cold case” per oltre dieci anni. L’organizzazione criminale aveva il traffico di droga come core business, gestendo piazze di spaccio strutturate in diverse località, tra cui Racale, Tricase, Scorrano e Maglie. Gli affiliati usavano metodi intimidatori e violenti per riscuotere crediti legati allo spaccio e mantenere il controllo del territorio. Durante le indagini, i carabinieri hanno sequestrato quasi 40 kg di stupefacenti, tra cocaina, hashish, eroina e marijuana, oltre a numerose armi, tra cui pistole e fucili a pompa. Tra i destinatari della misura cautelare, in 56 sono stati condotti in carcere, mentre 31 agli arresti domiciliari. Altri 20 soggetti già detenuti hanno ricevuto notifiche in carcere. Sono stati eseguiti inoltre sequestri preventivi di beni per un valore di un milione e 700mila euro, tra terreni, fabbricati, conti correnti e persino una nota pizzeria nel centro di Lecce, ritenuta uno strumento per il riciclaggio dei proventi illeciti.