Una maxi truffa sui bonus edilizi – che ha portato al sequestro di dieci milioni di euro, arresti e perquisizioni – è stata scoperta in un’inchiesta coordinata dalla Procura di Bari. Al centro l’imprenditore edile altamurano Giuseppe De Scala. Coinvolti anche il padre, la madre e altri familiari e collaboratori. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio. La base operativa dell’associazione era tra Bari e Altamura. Tra maggio e novembre 2021, grazie all’accesso indebito ai benefici del bonus facciate, avrebbero ottenuto crediti d’imposta per 17,2 milioni di euro. Crediti ceduti a Poste Italiane che, al netto delle commissioni, avrebbero fruttato bonifici per oltre 13 milioni di euro. Le operazioni di ristrutturazione, anche se poi fatturate, sarebbero state inesistenti.
In carcere è finito il 47enne Giuseppe De Scala, considerato “capo e promotore” dell’associazione. Ai domiciliari i suoi genitori, Aniello De Scala e Maria Frappampina, il fratello Michele De Scala, insieme ad altre cinque persone (Andrea Ragone, Vito Vischi, Alessandro Vigilante, Giovanni Regina e Francesco D’Ambrosio). Tra i sei colpiti dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ci sono anche due persone coinvolte in un’altra recente inchiesta sull’emissione di fatture false, Nicola Abrescia e Danilo Petrara. In totale gli indagati, compresi alcuni degli oltre 40 prestanome di cui si sarebbe servita l’associazione, sono 54, più otto società (Fd service, La Globalsystem, Megaservice, Dam Servizi, Elleci Termoidraulica, Centro copie & servizi, Esternamente Concept) riconducibili agli indagati.
