CronacaLecce

Decadenza dalla responsabilità genitoriale per una giovane madre

Si è concluso con sentenza definitiva il giudizio davanti al tribunale per i Minorenni di Lecce, instaurato a seguito di un ricorso presentato dalla procura della Repubblica di Lecce. Al centro del procedimento, una delicata vicenda familiare che ha visto coinvolta una giovane madre leccese e la sua bambina di appena un anno. Il collegio difensivo delle varie parti costituite è stato composto dagli avvocati Gianfranco Palermo, Ivan Antonio Russo e Antonia Pezzuto, tutti del Foro di Lecce.

La vicenda ha avuto inizio nel territorio di un Comune del sud della provincia di Brindisi, dove i servizi sociali sono intervenuti a tutela della donna, una 29enne affetta da problematiche di tossicodipendenza e alcolismo. La giovane madre, insieme alla figlia neonata, è stata inizialmente accolta in una Comunità Alloggio situata a Lecce. Il provvedimento di collocamento è stato successivamente confermato dall’autorità giudiziaria al termine della prima udienza. Nonostante il supporto garantito dai servizi sociali, dal consultorio familiare e dal Ser.D. territorialmente competente, la donna – considerata un soggetto fragile – non ha seguito con costanza il percorso di recupero predisposto per il suo benessere psicofisico. La sua latitanza e scarsa partecipazione al programma di riabilitazione hanno portato a un ulteriore intervento del tribunale con la giudice Ida Cubicciotti che ha disposto l’affidamento della bambina a una coppia di coniugi idonei, disponibili ad accoglierla. Ulteriori accertamenti, come il test di paternità richiesto dal marito della madre, hanno escluso che quest’ultimo fosse il padre biologico della piccola, determinando il rigetto delle sue pretese legali per carenza di legittimazione passiva.

Con sentenza definitiva, il tribunale ha dichiarato la decadenza della madre dalla responsabilità genitoriale nei confronti della figlia. Contestualmente, è stato confermato l’affidamento eterofamiliare della bambina alla coppia di coniugi affidatari per un periodo di 18 mesi. Il giudice ha garantito alla piccola la possibilità di mantenere rapporti con i fratelli uterini e i nonni materni, anch’essi parte del giudizio. La sentenza è stata emessa dal collegio giudicante presieduto dalla dottoressa Bombina Santella, con la dottoressa Ida Cubicciotti in qualità di giudice delegato. Una sentenza che bilancia la tutela della minore con il rispetto dei legami familiari, una scelta complessa ma necessaria. La decisione di favorire l’affidamento eterofamiliare mira a garantire un ambiente stabile e sereno per la bambina, così come i rapporti con i familiari uterini e materni.

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