BRINDISI – Lasciarsi alle spalle la sconfitta contro l’Acerrana e ritrovare lo spirito di battaglia: è questo il messaggio che deve risuonare nello spogliatoio del Brindisi. La classifica, purtroppo, non racconta una storia felice. Dopo venti giornate, i biancazzurri restano inchiodati a 3 punti, un dato che pesa come un macigno. Certo, senza la penalizzazione sarebbero 17, ma la realtà non si scrive con i “se” e con i “ma”.
Oggi pomeriggio, alle ore 16:00, si torna in campo per recuperare la diciannovesima giornata del campionato di Serie D, girone H. Di fronte ci sarà la Fidelis Andria, una sfida ostica rinviata in precedenza a causa di una pioggia torrenziale. Il match sarà diretto da Giorgio D’Agnillo di Vasto, coadiuvato da Massimiliano Napolitano di Caserta e Romualdo Piedipalumbo di Torre Annunziata.
Non c’è dubbio: la Fidelis Andria è una montagna da scalare. Terza forza del campionato con 40 punti, arriva a questa sfida sulle ali dell’entusiasmo, forte della vittoria per 2-1 contro il Matera. Per il Brindisi, già piegato dalle difficoltà di una stagione complicata, la partita al “Franco Fanuzzi” è veramente delicata.
Ma il calcio è bello perché regala sempre una possibilità. E oggi, nel cuore del mercoledì, il Brindisi è chiamato non solo a giocare, ma a credere. A lasciare sul campo tutto il sudore, la grinta e il cuore che questa città merita.
Per Brindisi, questa partita non è solo una tappa del campionato: è un atto d’amore, una dichiarazione di resistenza. La salvezza non è un miraggio: è un obiettivo, un sogno da inseguire passo dopo passo, come un funambolo che cammina sul filo.
La società ci crede, i tifosi ci credono, la squadra deve crederci. Guardare avanti significa dimenticare le cadute e rialzarsi più forti. Oggi c’è un monte altissimo da scalare, sì, ma ogni montagna nasconde una vetta. E forse, proprio sul punto più alto, il Brindisi potrà trovare non solo una vittoria, ma il coraggio di riscrivere il proprio destino.