LECCE – In certi momenti, lo sport diventa poesia. Avery Woodson, con la sua classe cristallina, ha preso il pennello e ha dipinto un capolavoro. Ma sarebbe riduttivo fermarsi a quei 33 punti che brillano come stelle nel buio di una serata invernale, regalando la luce ad un ambiente mortificato dalle sei sconfitte consecutive.
La vera vittoria però non sta solo nei numeri, ma nel cuore della squadra che, nonostante un inizio da montagne russe, ha trovato il modo di risalire e restare aggrappata alla partita. Come un fiume che si gonfia dopo una lunga siccità, il Toro ha ritrovato la sua energia, trasformando ogni possesso in un’opportunità e ogni errore in una nuova battaglia.
Luca Dalmonte, guida lucida e paziente, sa che il basket non si vince solo con le mani che tirano, ma con le anime che si sacrificano e allora, da buon padre di famiglia ha abbracciato tutta la squadra, perché per lui è la vittoria di tutti:
“Ci sono tante cose tra le righe delle statistiche della partita – ha detto – sono le cose invisibili, che possono essere un blocco in più, uno sforzo difensivo in più, una presenza a rimbalzo in più. Noi abbiamo bisogno di numeri, ma anche di qualcosa che non è nelle statistiche e che è tremendamente importante per essere competitivi e vincere le partite. Questa sera tutti hanno dato un apporto importante, tutti hanno prodotto qualcosa di utile per la squadra, ed è l’aspetto che ci dobbiamo tenere stretto e che dobbiamo confermare per i prossimi impegni”
La strada è ancora lunga e non sarà in discesa. Ma contro Cividale, per la prima volta dopo tanto tempo, il Toro ha ricordato a se stesso di essere fatto di acciaio. Domenica si va a Cento, con il vento un po’ più a favore e il morale che finalmente respira aria buona. Si parte per un’altra battaglia, con l’obiettivo di continuare a costruire. Perché vincere è bello, ma imparare a farlo con costanza è quello che conta davvero.