Sono in totale 31 gli indagati nell’ambito dell’inchiesta per frode fiscale e riciclaggio della Procura di Bari, che ieri ha portato a quattro arresti eseguiti dai finanzieri di Bitonto. In cinque anni, dal 2018 al 2023, sarebbero state emesse 1.250 fatture per operazioni inesistenti a carico di 165 imprese, per un importo di oltre 10 milioni di euro, intascando l’iva del 22% su operazioni inesistenti. L’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Bari, su richiesta della Procura, è a carico di sei persone: quattro sono finite agli arresti domiciliari, due sono state raggiunte dal divieto «temporaneo di esercitare determinate professioni, imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese».
Tra gli indagati anche un dipendente delle Poste e il direttore della filiale di Monte dei Paschi di Siena di Bitonto, che avrebbero violato le norme anti riciclaggio agevolando i prelievi di contanti. Per tutti l’accusa, a vario titolo, è associazione per delinquere, emissione di fatture false e riciclaggio. Nell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Bari, sono indagati anche quattro finanzieri (Roberto Nupieri, Rocco Cantatore, Giovanni Vessichelli e Giuseppe Iacono) e tre dipendenti dell’Agenzia delle Dogane e Monopòli (Cataldo Manfredi, Giuseppe Elicio e Sonia Della Guardia). Nupieri, nello specifico, avrebbe individuato alcuni soggetti a cui proporre le false fatture emesse dalle “cartiere”. Ma le indagini, coordinate dalla guardia di finanza di Bari, hanno svelato come durante alcune perquisizioni nel porto di Bari, poi sfociate in sequestri, i sette indagati si sarebbero appropriati di beni come bici elettriche, pannelli solari, materiale elettrico e abbigliamento, poi rivenduti. A Manfredi viene anche contestata l’induzione indebita nei confronti di un imprenditore, dal quale avrebbe ottenuto – in occasione di controlli doganali – pranzi, cene, l’ospitalità in un lido-discoteca di Monopoli e un viaggio a Dubai nel 2023.
Tra le 165 imprese che, tra il 2018 e il 2023, avrebbero ricevuto fatture per operazioni inesistenti figura anche la Emiliano srl di Alessandro e Simonetta Emiliano, fratelli del governatore pugliese. L’azienda e i suoi titolari non sono indagati.
Le società fittizie sono riconducibili a Francesco Porcelli, Luigi D’Armento, Gaetano Finestrone, Antonello Savino (tutti e 4 ai domiciliari, saranno interrogati oggi), Nicola Garofalo ed Enrico Danese (interdetti).