Nonostante la sua condanna per uno dei crimini più efferati degli ultimi anni, Lucio Marzo, l’assassino di Noemi Durini, ha ricevuto permessi premio per partecipare a eventi pubblici e incontrare una ragazza mentre si trovava ancora detenuto nel carcere minorile di Quartuccio.
Era il 3 settembre 2017 quando Noemi Durini, appena sedicenne, veniva brutalmente assassinata dal fidanzato. La giovane, colpita con un coltello e con sassi, fu poi sepolta ancora viva sotto dei massi in una campagna nelle vicinanze di Leuca.
Nonostante il suo comportamento all’interno delle strutture detentive, continuando a infrangere le regole – Marzo venne anche trovato positivo ai cannabinoidi, fermato ubriaco alla guida e trasferito in un carcere per adulti a Bollate – ha ricevuto benefici che molti considerano ingiustificati. Tra questi, la partecipazione a un concerto del rapper Lazza e la possibilità di frequentare una ragazza, nonostante la pericolosità sociale ancora evidente.
“Lucio Marzo, che ha spezzato le ali a Noemi, vive la sua libertà grazie ai permessi premio, mentre io sono sempre al cimitero a piangere mia figlia. Questo è lo Stato che dovrebbe tutelarci e proteggerci? A distanza di un anno e mezzo dall’episodio di positività ad alcol e cannabinoidi alla guida, Lucio sarebbe stato premiano facendolo partecipare al concerto di Lazza. Perché continua a fare villeggiatura – si chiede la madre – invece di essere in regime di detenzione? Per la prima volta, siamo riusciti a sapere quello che succede nelle carceri italiane. Non ci fermeremo finché lo Stato non assicuri una giustizia vera e autentica alle vittime di femminicidio”. Ancora una volta, tramite l’avvocato Valentina Presicce, mamma Imma è tornata a scrivere al ministro della Giustizia, tornando a chiedere, tra le altre cose, l’abolizione dei permessi premio.