LECCE – La vigilia della gara con Cividale in casa Nardò è stata abbastanza movimentata, perché è arrivata la notizia delle dimissioni di Paolo Avantaggiato ormai ex amministratore unico e direttore generale della società granata.
E il tempo corre in fretta, non lascia scampo o spazio a ripensamenti perché la palla a spicchi guarda solo la retina.
Questa sera il Pala San Giuseppe di Lecce si trasforma in un’arena bollente: HDL Nardò Basket ospita UEB Gesteco Cividale per recuperare il match rinviato due settimane fa. I granata arrivano con il peso di sei sconfitte consecutive sulle spalle, un fardello che fa assomigliare questa partita a una vera e propria “ultima spiaggia”: vietato sbagliare.
Dall’altra parte, Cividale si presenta con il vento in poppa e il morale da squadra di vertice. I friulani, protagonisti di una stagione brillante, hanno messo insieme un bottino di 11 vittorie su 14 gare, lasciandosi superare solo da Cremona, Verona e Avellino. Con 79.2 punti segnati di media a partita, gli uomini guidati da Stefano Pillastrini rappresentano una macchina ben oliata, pronta a dare filo da torcere.
Tra i volti più temuti, il nome di Lucio Redivo brilla come una stella polare: l’argentino è il trascinatore di Cividale, con i suoi 18 punti di media e una capacità di infiammare il parquet. Assieme a lui, Dell’Agnello, un cecchino con il 52.9% al tiro, e Mastellari, assente questa sera per infortunio, completano un roster di tutto rispetto.
Per Nardò, però, questa non è solo una partita ma è un’occasione per rialzarsi, per dimostrare che il cuore granata batte ancora forte. Dopo la buona prestazione per un tempo contro Rimini, i ragazzi di coach Di Carlo devono ritrovare quella scintilla che trasforma un gruppo in una squadra.
Cividale parte con i favori del pronostico, ma il parquet racconta spesso storie impreviste. Servirà una prestazione corale, difensiva e di carattere per provare a sorprendere una delle big del campionato. La palla a due è fissata alle 20:30: sarà battaglia fino all’ultimo rimbalzo, perché nel basket, come nella vita, le vette più alte si conquistano un passo alla volta.