LECCE – E’ uno dei gioielli del territorio leccese. Un monumento storico risalente tra la fine dell’XI e l’inizi del XII secolo, patrimonio nazionale sotto la tutela del FAI. L’Abbazia di Cerrate rischia di ritrovarsi il nemico alle spalle: a cinquecento metri di distanza, infatti, potrebbe nascere un impianto di biometano in una zona, peraltro, già notevolmente stressata sul piano ambientale.
Per sventare quello che viene ritenuto uno scempio è sceso in campo l’intero centrosinistra, sostenuto dai sindaci di Surbo e Trepuzzi, i due territori vicini all’aera interessata che ricade tuttavia nel territorio di Lecce. Un sit-in per dire no con forza all’impianto. “E’ inaccettabile avere qui un impianto di biomasse. Questa è una zona già compromessa dal punto di vista ambientale che stiamo faticosamente cercando di riqualificare. Faremo di tutto per impedirne la realizzazione” afferma il sindaco di Trepuzzi Giuseppe Taurino che preannuncia anche un eventuale battaglia legale.
Il rischio da più parti paventano è di deturpare l’ambiente con preoccupanti ricadute turistiche nella zona. “Questo sito è un gioiello, ce lo invidiano in tanti -afferma Ronny Trio, sindaco di Surbo – E allora dobbiamo decidere cosa vogliamo fare: privilegiare determinate investimenti che cozzano con le priorità strategiche che il territorio si è dato oppure delegare e abdicare al nostro ruolo e lasciare il nostro territorio in mano ad altri”.
“Purtroppo – aggiunge Antonio Rotundo, consigliere comunale del Pd di Lecce – questa battaglia viene fatta solo da una parte perché la destra ha mostrato di non aver alcun interesse a farla per ritiene che questo impianto possa essere compatibile con questa bella Abbazia”.
Alla manifestazione hanno preso parte anche due rappresentanti regionali: l’assessore Sebastiano Leo secondo cui “questo è il luogo meno adatto per avanzare certe proposte”, e il consigliere Cristian Casili per il quale “occorre pianificare questi impianti li dove insistono situazioni più degradate e marginali”.
Dal canto suo il centrodestra di Palazzo Carafa ha assunto un atteggiamento più cauto, in attesa del responso della Conferenza dei Servizi, già convocata per il 13 dicembre.
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto alimentato da sansa e letame bovino, composto da 4 silos alti 15 metri con 3 lagune, veri e propri piccoli laghi di 20mila metri quadrati, per il deposito della sanza. Una sonora bocciatura dell’impianto è giunta nei giorni scorsi anche dal Movimento Regione Salento