BRINDISI – Sono 55 gli indagati nell’inchiesta sviluppata lungo due filoni, traffico e spaccio di droga, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, e sfociata nell’esecuzione, da parte dei carabinieri, di 21 provvedimenti restrittivi: undici in carcere e dieci ai domiciliari.
Il pm della Dda aveva chiesto al gip del tribunale di Lecce, Anna Paola Capano, misure cautelari anche per alcuni brindisini. Sette in tutto gli indagati rimasti a piede libero, residenti tra Oria, Mesagne e Francavilla Fontana.
Le indagini, avviate inizialmente dalla procura di Taranto, hanno coperto il periodo di tempo compreso tra marzo 2021 e dicembre 2022, per poi passare alla Dda a gennaio 2023 e andare avanti sino a giugno dello scorso anno.
L’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga che ha portato in carcere il tarantino Cosimo Leone, 23 anni, con l’accusa di essere stato promotore e organizzatore, è stata contestata dalla Dda anche nei confronti di tre brindisini, indicati come corrieri per i quali la gip non ha ravvisato gravi indizi ed esigenze cautelari.
Fra i tre brindisini, c’è un 24enne di Oria che venne arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Brindisi il 9 ottobre 2021, dopo essere finito al pronto soccorso dell’ospedale Perrino per un malore causato dall’ingerimento di 25 ovuli contenenti sostanza stupefacente, del tipo cannabinoidi, per 200 grammi.
Il versante brindisino e in particolare la zona di Oria, stando a quanto emerso nel periodo di inchiesta, avrebbe assicurato un canale di rifornimento abituale al gruppo.
Per l’esecuzione delle misure cautelari, sono stati impiegati 100 militari tra carabinieri del comando provinciale di Taranto, personale del Nucleo Cinofili di Modugno e Potenza, dello Squadrone Eliportato “Puglia”, del 6° Nucleo Elicotteri e del comando provinciale di Brindisi.
SDC
