Politica

Consiglio regionale, su Fsc e sanatorie scivola la maggioranza

BARI – Nessuna sorpresa, questa volta. Il Consiglio regionale finisce ancor prima di iniziare per mancanza del numero legale. Troppi i banchi vuoti nella maggioranza. Che questo sia il sintomo dello stato febbrile in cui versa il centrosinistra regionale dopo l’accordo sul Fondo di Coesione è certo, ma a mettersi di mezzo anche la sanatoria sulle case popolari. Tema delicato e fortemente divisivo.

Ed è proprio su questo che si è incagliato il parlamentino pugliese. Nemmeno il tempo di iniziare a votare che tutto è crollato. Il punto critico di una legge più ampia è la sanatoria sulle case popolari: ovvero autorizzare chi ha occupato abusivamente un alloggio popolare, a vederselo assegnato in via definitiva. Per alcuni un atto necessario per sanare, appunto, una situazione cronica. Per molti altri un colpo dritto in faccia a chi quella casa la aspetta senza violare le regole. “O la votiamo tutti o nessuno” disse il governatore nell’ultima seduta. Due settimane dopo il ritorno in aula è con l’intenzione di eliminare il punto critico, l’articolo 17. Ma non è bastato, il voto è stato del tutto evitato. “Un’occasione persa”, secondo il consigliere proponente Lacatena. Il capogruppo di Con, Leoci, invece, addebita la responsabilità del nulla di fatto a “qualcuno a cui – ha detto – senza sanatoria questa legge non piace”.
L’opposizione, invece, era pronta, su questo, a far muro. ”No all’assegnazione delle case popolari a chi le occupa da almeno due anni – ha detto in aula il capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro – perché sarebbe la legittimazione di un sopruso, di un atto di prevaricazione sulle centinaia di famiglie che aspettano da anni, in graduatoria, di entrare legittimamente in possesso di un alloggio di edilizia residenziale pubblica.
Sappiamo bene che l’occupazione è dettata spesso dalla disperazione e dalla necessità di dare un tetto alla propria famiglia, ma il diritto alla casa non può giustificare la legge del più forte. No -ha concluso – a scorciatoie che rischiano di innescare una bomba sociale”.

La sospensione di un’ora dei lavori, non ha potuto che confermare il nulla di fatto. “Se il presidente Emiliano non fa quadrare i conti all’interno della sua maggioranza, ci potrebbero essere rischi anche per l’approvazione del Bilancio 2025 – è l’affondo di Fratelli d’Italia -, appare fin troppo evidente che il posizionamento politico di alcuni consiglieri di maggioranza in vista delle Regionali 2025 e la nomina ad assessore al Bilancio di Fabiano Amati, sta causando un mini terremoto che mette a rischio tutti i provvedimenti”.

A causare la tempesta perfetta nella maggioranza, come detto, l’accordo sull’FSC. E la tensione è esplosa in aula quando il capogruppo di Per la Puglia Tutolo che ha occupato l’aula per 3 giorni, ha messo sul piatto l’argomento. E’ stato il governatore, a quel punto, ad intervenire con nettezza. “Questa intesa non è la migliore di tutte, però è l’intesa che abbiamo fatto. Una discussione generale – ha detto – sarebbe stata utile quando ve l’ho chiesta io, non la notte della firma. E’ saltata una statale intera che era prevista, parlo della 100, una strada pericolosissima su cui avevamo insistito fino all’ultimo per tenerla dentro, si troverà un’altra soluzione. Opporsi dopo la firma è un gioco al massacro. Io ho fatto un accordo con il Ministro Fitto e non posso minimamente e per nessuna ragione addossare al Ministro responsabilità che sono anche mie. Il Governo ha detto “o così o non firmiamo”. Nel momento in cui abbiamo firmato, però, quella firma è anche mia”.

Pietra tombale sulle polemiche, forse. Il nuovo argine, ora sarà il bilancio e la seduta non si preannuncia semplice.

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