LECCE – Alcune volte erano schiaffi e sculacciate, altre erano colpi di bacchetta, tirate di orecchie e di capelli. È l’atteggiamento che un’insegnante di doposcuola di 58 anni di Ugento avrebbe assunto nei confronti dei suoi allievi, tutti minorenni, tra i 9 e i 14 anni: dopo le denunce sporte dalle famiglie di quattro studenti, la donna al culmine del processo è stata condannata a tre anni e mezzo. Ad emettere la sentenza il giudice Pietro Baffa, al margine dell’udienza monocratica.
L’insegnante, difesa dall’avvocato Massimo Fasano, ha reso dichiarazioni spontanee, sostenendo che i ragazzi fossero irrequieti e maleducati in quanto provenivano da famiglie “grette, che vivono di espedienti” e che non avevano neanche corrisposto il suo onorario. Ha quindi motivato così il suo comportamento rigoroso, escludendo di averli mai picchiati con una bacchetta. Questa, a suo dire, veniva solo sbattuta sul tavolo per richiamare la loro attenzione.
Di contro le rispettive famiglie degli allievi, assistite dagli avvocati Luca Puce e Giuseppe Presicce, hanno messo nero su bianco una versione molto diversa in sede di denuncia. Stando al racconto degli studenti, l’insegnante per circa un anno (nel 2019 per l’esattezza) li avrebbe terrorizzati, sostenendo che per la loro disubbidienza sarebbero stati “rinchiusi” in collegio o bocciati e che sarebbe stata lei stessa a caldeggiare con i rispettivi insegnanti quest’ultima decisione. E poi ancora hanno riferito di essere stati colpiti con la bacchetta su mani e fondoschiena. L’insegnante era solita anche tirare orecchie e capelli e schiaffeggiarli. Un giorno uno dei ragazzini ha ripreso tutto con il cellulare: nel video un bambino di 9 anni viene colpito con la bacchetta e si accascia a terra, mentre un’altra bambina (sempre di nove anni) viene colpita sul sedere.