BRINDISI – Quando si afferma che spesso non è la mancanza di risorse alla base dell’assenza di opere pubbliche strategiche per i nostri territori probabilmente si racconta una verità parziale. I soldi –ed anche tanti – spesso ci sono ma la pubblica amministrazione è incapace di spenderli nei tempi previsti.
La prima questione è certamente quello legata alle carenze progettuali che generano problemi non indifferenti già dalla fase di aggiudicazione delle gare di appalto e poi determinano contenziosi infiniti in corso d’opera.
Nella sola città di Brindisi, ad esempio, il cosiddetto “baffo” per collegare i binari della struttura portuale alla rete nazionale (bypassando il centro cittadino per questioni di sicurezza) è in via di realizzazione da oltre un decennio, ma non si capisce quando e come quella struttura potrà essere utilizzata.
E non cambia molto la situazione in riferimento allo “shuttle” di collegamento tra la rete ferroviaria e lo scalo aeroportuale del Salento. La gara risale a circa dieci anni fa, ma i lavori sono tutt’altro che terminati. Anzi, ci sono problemi autorizzativi da parte di Ispra per questioni legate al coinvolgimento del Sito di Interesse Nazionale. Resta un mistero il fatto che in sede di progettazione definitiva nessuno si sia accorto che era previsto il transito anche nell’ambito dell’area SIN, con i conseguenti problemi autorizzativi.
Per quanto riguarda, invece, il collegamento ferroviario con l’aeroporto, RFI semplicemente non si è accorta che l’appalto è stato assegnato ad una azienda in concordato e quindi con evidenti difficoltà finanziarie e adesso si sta valutando la revoca dell’appalto, con i conseguenti strascichi giudiziari. Infine, ma non per ultimo, la mancata cantierizzazione di tutte le opere finanziate a Brindisi con il Contratto Istituzionale di Sviluppo. Oltre 50 milioni di euro che erano e restano sulla carta. Alla faccia dell’efficienza tanto declamata.
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