Politica

Regione, passa la manovrina. La maggioranza tiene ma è solo una tregua

BARI – Una tregua, nulla di più. La maggioranza si ricompatta e dà il via libera, con 28 voti favorevoli, alla legge di assestamento di bilancio. Quattro i voti che avrebbero potuto sbarrare la strada alla manovrina: i due di Azione, quello del dem tarantino Mazzarano e della pentastellata Di Bari. Ma una riunione poco prima di iniziare le operazioni di voto con l’assessore Sebastiano Leo, il mediatore tra le parti, ha portato ad abbassare le armi. Ma solo per questa volta. “La questione politica resta irrisolta. Il voto è legato solo alla tutela degli interessi dei pugliesi – commentano i calendiani Ruggiero Mennea e Sergio Clemente – ha prevalso il buon senso, il ruolo istituzionale e non il narcisismo e l’egoismo”. Lo dice apertamente anche il tarantino Mazzarano, “ho votato perché riguarda la vita dei pugliesi”. Decisione che fa esultare il capogruppo del Pd Paolo Campo, “la maggioranza compatta e responsabile garantisce la funzionalità amministrativa”.

Per oggi, almeno. Per il futuro si vedrà. La sensazione, appunto, è che i problemi siano tutti lì e che tolto il bilancio – che se non approvato determinerebbe una gravissima crisi politica irreversibile – per le altre leggi la strada sarà piena di buche.

Intanto, dunque, la legge passa. La manovra da quasi 100milioni di euro, è per lo più dirottata sulla sanità per coprire con 45 milioni – più del previsto – il deficit e per altri 48 milioni i mutui contratti dalle Asl. Il resto è destinato a diversi interventi, tra i quali 3 milioni di euro per il programma Genoma-Puglia, 1 milione di euro per il fondo spettacolo, 1 milione di euro aeroporti Puglia, 200 mila euro per dispositivi innovativi per malati affetti da glioblastoma, 300 mila euro per avviare il collaudo della diga del Locone e 250mila euro per la messa in sicurezza della scuola di via Tramacere di Tuglie, richiesti dal consigliere di Fratelli d’Italia Gabellone, in uno degli ultimi atti prima di trasferirsi nel nuovo anno in Parlamento per subentrare al ministro Fitto in partenza per Bruxelles.

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